“Lacrime di coccodrillo” – Mercedes Rosende


Voto: 4 stelle / 5

“Lacrime di coccodrillo” (El miserere de los cocodrilos) è un noir di Mercedes Rosende (SEM 2023, traduzione di Pierpaolo Marchetti, 224 p.). Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.

Nata a Montevideo nel 1958, la Rosende è una delle voci più interessanti nel panorama della novela negra uruguaiana e l’unica quota rosa. Da noi è sbarcata nel 2021 con “La donna sbagliata”, che inaugura la serie dedicata a Úrsula López.

Trama di Lacrime di coccodrillo

L’omicidio in carcere di un detenuto comune è un caso rognoso, di scarsa visibilità mediatica, uno di quelli che ogni poliziotto preferirebbe evitare. Invece è con rara professionalità che la commissaria Leonilda Lima si occupa della faccenda. Intorno alla quarantina, non bella, un debole per i segni zodiacali, ha perso da un pezzo desideri, speranze, illusioni ma il senso del dovere e la fiducia nella Giustizia non l’hanno abbandonata. Grazie a una rete di informatori torchiati a dovere, inizia le indagini su un tale Santiago Vásquez, un ladruncolo da quattro soldi che qualcuno si è preso la briga e i rischi di ammazzare. Sentendo puzza di bruciato e armata di santa pazienza, scoperchia i retroscena di una vicenda criminale e umana piuttosto ingarbugliata perché colpevoli e innocenti non coincidono con i veri colpevoli e innocenti.

In parallelo seguiamo la vita segreta della protagonista Úrsula López, condannata all’invisibilità da forme alla Botero. Con un passato da manuale psichiatrico, un eterno presente di solitudine, il miraggio di un futuro longilineo, la donna cerca nella trasgressione del voyerismo il suo posto nel mondo. Ciononostante questa umiliata e obesa, che da piccola non riesce a placare la fame di vuoto, da adulta quella dei ricordi, non sembra una povera vittima. Sotto sotto è una vera canaglia gonfia di frustrazione, rabbia, odio. E l’autrice non si fa scrupoli a sottolineare particolari imbarazzanti della sua corporalità. A mio avviso tutto ciò raddoppia la forza del suo personaggio, non la stazza in sé (sdoganata nel cinema e nella letteratura) troppo facile da sbandierare in chiave di riscossa curvy.

Recensione

Il lettore si trova invischiato in una trama piuttosto complessa parzialmente affine al poliziesco perché ironia, cinismo, umorismo nero la fiancheggiano sempre. Morti ammazzati, pedinamenti, inganni, soffiate, voltafaccia, accordi e disaccordi, la radiocronaca di un assalto a un blindato portavalori e l’ombra di un sequestro fantozziano si susseguono a ritmo indiavolato. Inoltre le esistenze di due personaggi tanto uguali nel nome quanto diversi nella vita si incrociano e sovrappongono per uno scherzo del destino.

Prolessi, flashback, interventi a gamba tesa del narratore onnisciente ci aiutano a non perdere la bussola. E anche se il lettore conosce molti più tasselli di alcuni personaggi, il coinvolgimento non subisce battute d’arresto. Il merito è da ascrivere agli stacchi netti tra capitoli brevi, all’alternanza di registri stilistici, alle contaminazioni cinematografiche e giornalistiche.  

A fare da sfondo una Montevideo cupa, appiattita sulla triangolazione: sogno dei quartieri residenziali – realtà della Città Vecchia – inferno di una struttura detentiva, perché l’argento del Rìo de la Plata in questo romanzo non si vede mai.

Ogni personaggio agisce da solo e solo per il proprio tornaconto personale. Rimodula giochi di squadra e alleanze in base al rapporto costi-benefici. Sfodera una disinvoltura che diventa azzardo morale permanente. E quando non latita, il pentimento è fasullo come le lacrime di coccodrillo o interinale. Non c’è più gusto a peccare dopo essersi lavati la coscienza?

Il campionario di perdenti di Mercedes Rosende contempla il corrotto, il furbo, il fesso, il violento, il depresso, il poveraccio, il delinquente, l’autoritario, il vendicativo che ci fanno sorridere con le loro umane debolezze. Per il pusillanime il posto non c’è: 《Anche Dio vomita la gente tiepida》recita l’Apocalisse.

Sembra questa la morale della storia.

Teniamo d’occhio Mercedes Rosende perché “Lacrime di coccodrillo” è il secondo atto di una serie in corso di traduzione.

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