Quando ne conosciamo l’archeologia, possiamo chiederci se l’uso odierno dei vocaboli conservi ancora qualcosa del significato originale e, nel caso non sia così, indagarne le ragioni. In “Le parole sono importanti” (Einaudi 2019), attraverso dieci appassionanti scavi etimologici Balzano ci dice non solo che ogni parola ha un corpo da rispettare, ma anche che non è un contenitore da riempire a piacimento.
Trama di Le parole sono importanti
Il libro spiega l’etimologia di questa decina di parole:
– divertente
– confine
– felicità
– social
– memoria
– scuola
– contento
– fiducia
– parola
– resistenza
Come si può subito notare sono termini di uso quotidiano, senza una specifica correlazione tra loro. Marco Balzano va all’origine di ogni parola che, nel corso del tempo, supera il significato iniziale, lo amplifica o lo riduce; in qualche caso mostra altre connotazioni e l’intendimento iniziale è stato stravolto e assunto in contesti diversi per i quali era stata coniata.
Recensione
In ogni caso il percorso risulta affascinante perché, attraverso l’analisi dei termini, è un libro che osserva la società moderna, il suo continuo evolversi, senza dimenticare uno sguardo al passato, alla storia, alla forza irrinunciabile dei valori.
Marco Balzano sa conquistare il lettore introducendolo in un mondo fatto di sensazioni e di sentimento, mostrandogli la ricchezza della nostra lingua e suggerendo di non accontentarsi di una nociva approssimazione quando si parla o si scrive.
Chi ha già letto “Resto qui”, libro che suggerirei di leggere dello stesso autore, conosce il linguaggio chiaro e fluido con cui Balzano racconta. Perché, in effetti, anche se il testo rientra nella saggistica, il suo è un vero e proprio raccontare, un viaggio che non annoia neanche il lettore che crede di non essere in grado di approcciarsi ad un tale genere che potrebbe essere tranquillizzato anche dal numero di pagine (un’ottantina).
Loretta Casagrande
[bs-white-space]