“L’equazione del cuore” – Maurizio De Giovanni


Voto: 4 stelle / 5

Massimo e Cristina, padre e figlia. Un rapporto fatto di convenzionali telefonate e qualche visita. Tutto sembra così superficiale fino al giorno in cui a Massimo giunge una notizia che lo costringerà a mettersi in gioco. Inizia così “L’equazione del cuore” di Maurizio De Giovanni (Mondadori 2022). Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di L’equazione del cuore

Come fai a vivere se, attorno al cuore hai, il muro di Berlino? Non so perché o forse sì, lo so, mi risuonavano le parole di questa canzone durante la lettura.

Come se intorno alla sua persona, Massimo avesse costruito un muro, un altissimo muro fatto di silenzi e di abitudini, quelle che danno sicurezza, l’illusione dell’immutabilità del tempo e di poter sfuggire all’imprevedibilità e alle sue regole. 

Già, perché gli equilibri, quelli che per comodità o solo perché la vita possa sembrarci più accettabile, pensiamo stabili e infallibili, sono in realtà precari e assoggettati a delle leggi che spesso sfuggono la ragione. 

O forse si deve solo cercare l’equazione giusta che possa dare una spiegazione?

Recensione

Tristezza. L’emozione che maggiormente risuona dopo la lettura. Tristezza con un velo di speranza, quella che nessuno di noi dovrebbe mai lasciare andare.

Introspezione, quella di Massimo, tardiva forse o forse no, come percorso doloroso, un viaggio forzato che l’individuo rifugia e fatica a intraprendere.

Introspezione infatti è sbriciolare la cortina di certezze e restare senza appoggi, senza appigli cui aggrapparsi, senza difese, nel cuore della notte. 

Nel corso della lettura,  si assiste al progressivo e inesorabile crollo del muro di cinta che Massimo, abilmente ha costruito intorno al cuore. Le ultime pagine sono di grande dolcezza. 

Del resto non ci sono molte soluzioni, quando gli eventi senza preavviso mutano e scivolano nell’inevitabile, o si decide di assecondarli, accettandone il dolore derivante e cercando con tutte le forze di non lasciarsi sopraffare, oppure se ne verrà comunque travolti. Anche questo appartiene alle leggi matematiche, quelle in cui Massimo trova spesso rifugio. Conforto? No, solo rifugio.

Nessuna abitudine  è così salda da non poter essere sradicata.

Nessuno passa e va , senza lasciare impronta di sé. L’amore è ciò che, più copiosamente,bisognerebbe lasciare e con esso la consapevolezza che una volta donato, resterà per sempre con chi lo ha ricevuto.

Il passato è passato, nessun orologio gira al contrario, il  futuro invece, è ancora da scrivere. Non morire pesciolino, non morire.

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