“L’impeccabile” – Keigo Higashino


Voto: 4 stelle / 5

“L’impeccabile” è un thriller psicologico di Keigo Higashino, pubblicato nel 2013 da Giunti Editore, traduzione dall’inglese di Silvia Rota Sperti, a cinque anni di distanza dall’uscita in Giappone. È il secondo episodio della serie dedicata al detective Galileo.

In patria l’autore è una celebrità, i suoi best seller vendono milioni di copie. Da noi è tradotto poco. L’ho conosciuto l’anno scorso con “Sotto il sole di mezzanotte” che ho finito a stento. Di contro “L’impeccabile” non mi ha lasciato indifferente.

Trama di L’impeccabile

Dicono che l’ingegneria sia imparentata con la magia. In effetti sono tanti i giochi di prestigio in questo romanzo scritto da un ingegnere alla DENSO Corporation, settore automobilistico Gruppo Toyota, che ventisettenne abbandona l’azienda per dedicarsi alla narrativa. Parliamo del 1985. L’ingegnere è Keigo Igashino.

La sezione investigativa della polizia edochiana fatica a risolvere un crimine perfetto: il caso Mashiba. Non ci sono prove per inserire nella rosa dei sospettati l’affascinante Ayane, moglie di un manager morto per avvelenamento non accidentale. La sua dedizione coniugale rasenta la santità. Ha un alibi di ferro, ma nello stesso tempo è l’unica persona con un movente solido riconducibile all’infedeltà del marito. Invece la giovane e bella Hiromi, pur presente sulla scena del delitto in quanto amante della vittima, non sembra avere un movente.

Anche se non perde mai del tutto la lucidità professionale, il detective Kusunagi nutre per Ayane un debole che gli fa commettere qualche leggerezza, spinto dal desiderio che la donna sia estranea ai fatti. Ma è il professor Yukawa il cosiddetto detective Galileo, in omaggio alle sue capacità deduttive. Docente e ricercatore di Fisica all’Università imperiale di Tokyo, collabora alle indagini in veste ufficiosa come consulente. Attratto dalla sfida di smontare l’alibi di Ayane, su cui convergono indizi sempre più consistenti, analizza la fattibilità di:

“Una soluzione immaginaria che, se in teoria è possibile, praticamente è impossibile perché le probabilità di riuscita rasentano lo zero”

Solo in apparenza l’un contro l’altro armati, Kusunagi sposa il garantismo, Yukawa la ricerca della verità. Il che a dire, trattandosi di una inverted story, ricostruire oltre ogni ragionevole dubbio la dinamica omicidiaria. Testa di ponte tra il poliziotto infatuato e il professore super partes è l’agente Utsumi. Ha bisogno di una sponda per suffragare la sua ipotesi investigativa. In più a uno sguardo femminile non sfuggono dettagli che l’omologo non vede.

Ho apprezzato “L’impeccabile” di Keigo Higashino più con il cervello che con il cuore. Non poteva essere diversamente per l’impostazione teatrale sorretta da duelli verbali, ambienti chiusi, pochi personaggi, banditi sparatorie e inseguimenti e il set di colpi di scena dei fratelli d’oltreoceano. Se non erro il titolo originale è “La pazienza del santo”. A me piace leggerlo come ‘I duellanti’ perché la sfida ricama il dritto e rovescio di questo noir.

I contendenti variano. L’umanità di un uomo di legge e la razionalità dell’uomo di scienza. Le due personalità eccezionali di Ayane e Yukawa. La moglie e l’amante. Un’agente donna e un ambiente professionale riservato agli uomini. Chi abbraccia una femminilità tutta casa e figli e chi no. Chi si sposa per amore e chi per avere legittimi eredi. Anche se la prima sfida è quella tra il lettore, a conoscenza del colpevole, e gli inquirenti.

In alcune interviste l’autore dichiara di aver voluto colpire il maschilismo della società nipponica, dove è impossibile per una donna conciliare famiglia e lavoro. Ma l’affondo sociale passa in secondo piano, soverchiato da un eccesso di intellettualismo. Ciononostante sarà difficile dimenticare la figura di Ayane. La maschera Nō del volto. La grazia spartana dei gesti. La misura delle parole centellinate con astuzia e impercettibile civetteria. Una determinazione patologica a raggiungere l’obiettivo.

Perché in Giappone la vendetta è femmina.

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