“Lo schifo che ha visto Cassandra” – Gwen E. Kirby


Voto: 3.5 stelle / 5

A marzo 2023 è sbarcato in Italia per Mondadori, collana Strade blu Narrativa straniera, “Lo schifo che ha visto Cassandra” (Shit Cassandra saw) di Gwen E. Kirby nella traduzione di Aurelia di Meo. Da venticinque anni la collana cult del gruppo editoriale valorizza le voci più innovative di saggistica e narrativa. E all’autrice statunitense, docente di scrittura creativa, non manca una spregiudicata padronanza dei mezzi espressivi spesa nei racconti più pubblicizzati.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

“Lo schifo che ha visto Cassandra” è una raccolta di ventuno racconti che prende il nome da quello eponimo. Un debutto nel nostro Paese, perché una quindicina sono già apparsi tra il 2015 e il 2019 in riviste letterarie americane, i rimanenti sono inediti. Respingente e provocatorio, il titolo è concepito per colpire l’attenzione. D’altro canto l’originale “shit” concede margini traduttivi così stretti, da mettere in difficoltà perfino Flaubert sulla scelta de le mot juste.

Trama di Lo schifo che ha visto Cassandra

La raccolta apre il sipario su un universo femminile alla riscossa nel mito, nella storia, nella società. La profetessa Cassandra, stanca di parlare invano, si guarda bene dall’avvisare i Troiani dell’inganno acheo. Alla regina Budicca sarebbe piaciuto il ruolo di battitore professionista a baseball. La prima donna impiccata per stregoneria rivendica con fierezza il suo know-how di guaritrice. Chi esercita l’attività più antica del mondo sbandiera il diritto all’autodeterminazione professionale. Una donna samurai alla Quentin Tarantino affronta stoicamente la morte.

Questo materiale si presta facilmente alla rivisitazione femminista così in voga nell’editoria. Vediamo perché. Condannata da Apollo, che ha respinto, a non essere creduta, Cassandra guida simbolicamente la falange di quante aspirano a riscattarsi dalla logica patriarcale. La stessa che, secondo una lettura antropologica, la priva della credibilità riservata ai sacerdoti maschi. Budicca fu alla testa della più significativa rivolta armata dei Britanni contro i Romani. Alta, lunghi capelli ramati, fiera e indomita: parola dello storico Cassio Dione. Da sempre il gruppo dominante emargina la pericolosa femminilità di streghe e meretrici. La samurai che si batté alla testa di un manipolo di guerriere rappresenta una delle eccezioni su cui è costruita la Storia delle Donne.

Accanto alla schiera di amazzoni prese in prestito dalla storia, volteggiano creature dai poteri sovrannaturali che inceneriscono i malcapitati, saturi di testosterone e mala educación. Basta un “Cosa ci fa tutta sola una bella ragazza come te?”o un’avance più grossolana per suscitare una reazione alla RoboCop. Che l’eco dell’ansia da castrazione incomba sul maschio?

Con una bocca piena di zanne la donna stacca a morsi la mano dell’uomo, trita le ossa e le sputa; per sbaglio manda giù la sua fede nuziale che le resta sullo stomaco.

Altre figure femminili lamentano il parcheggio del matrimonio e il giogo della gravidanza. Le vicende di giovani intrappolate nell’adolescenza e nella solitudine riportano il lettore con i piedi per terra, ma convincono poco.

Recensione

Questa raccolta eterogeneaanche negli esiti letterari – contamina generi e registri linguistici, scardinando l’asse temporale: humour, fantastico, pulp, confidenze intimistiche, spaccati sull’oggi. Alcuni racconti sono sminuzzati in frasi nominali. Altri, rotti gli argini interpuntivi, esondano un po’ alla Foster Wallace. Oppure mimano sceneggiature, dialoghi impossibili, testi regolativi. Mi sembra che l’interesse del libro riguardi principalmente il piano tecnico.

Confinati in una virilità inutile, minacciosa, passiva, interscambiabile gli uomini fanno proprio una brutta figura e una brutta fine. L’impressione è che l’autrice non inneggi a una parità tra i sessi.

Gwen E. Kirby il maschio lo declassa come male necessario in nome di un femminismo radicale che ne rinnega i principi paritari. Resta il dubbio: tale ribaltamento dei rapporti di forza giova?

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