“L’ultimo rintocco” – Diego Pitea


Voto: 5 stelle / 5

“L’ultimo rintocco” di Diego Pitea, pubblicato con goWare nel 2020, è un giallo complesso con più storie che si intrecciano e si legano in modi mai banali.

Trama de L’ultimo rintocco

La storia ha per protagonista uno psichiatra particolare, quasi disturbante nel suo essere ruvido e privo di molte di quelle sovrastrutture che “la civile convivenza” solitamente impone alle persone. Nel corso del romanzo però il personaggio si trova costretto ad un lungo cammino interiore che crea qualche incrinatura. Da qui si intravede un Richard (questo il suo nome) più fragile ma più umano.

A fianco a lui ci sono le donne. Sono tante, quelle presenti nel libro: reali come Doriana (donna poliziotto, figura con tantissimi chiaro-scuri ed una certezza: i sentimenti che la legano a Richard) o Monica (la moglie di Richard, che rimane sullo sfondo ma che è presenza fortissima e fondamentale per Richard). Ancora, due madri diametralmente opposte ma per questo ancora più significative, o le donne vittime di omicidio, ognuna diversa dalle altre ma mai scontate nelle loro azioni e motivazioni.

Gli uomini sono presenti ma sono per lo più “strumenti” per far proseguire l’azione che non motore dell’azione: il medico legale, l’esperto di latino, il guardiano del cimitero aiutano Richard a decifrare indizi e trovare piste ma non sono mai veramente protagonisti dell’azione.
Eccezion fatta ovviamente per chi compie i delitti.

Recensione

L’autore ha scritto un giallo che ricorda quelli di Agatha Christie: come la regina del giallo, anche lui lascia indizi sparsi per tutto il libro. Indizi che, colti con occhio attento, ci indicano il colpevole (o i colpevoli al plurale, perché i “misteri” da risolvere sono più di uno) in un gioco di incastri dove ogni particolare non è fine a se stesso ma assume un senso quando va ad incastrarsi al posto giusto.

Eppure, con abilità degna di un mago, mentre ci mette davanti agli occhi l’indizio chiave ci distrae, finendo per farci scordare quel particolare preciso che è poi la chiave di volta per risolvere il mistero.
Se a tutto questo uniamo poi citazioni di quadri famosi, di indovinelli e giochi di parole, di opere d’arte…. abbiamo un libro che si legge tutto d’un fiato.

Unica nota: gli omicidi sono abbastanza efferati e le descrizioni, pur non indugiando nel truculento, sono abbastanza dettagliate e lasciano poco all’immaginazione.

Simona

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