Matthew Lewis e la rappresentazione del desiderio: “Il Monaco”

Quando Matthew G. Lewis usa i dettagli della vita conventuale per suggerire forme luride di eccesso sessuale come la negromanzia, l’incesto, il matricidio e l’amore omosessuale, non ha bisogno di spiegare la sua scelta di un ambiente cattolico, un paese mediterraneo (Spagna, non l’Italia in questo caso), o la vita religiosa stessa. Se il romanzo può essere considerato sensazionale, non è perché qualcuno ha obiettato alla rappresentazione dei personaggi: sacerdoti cattolici fanatici e violenti, suore vendicative, culto del diavolo e autoflagellazione. Queste ed altre luride possibilità sessuali erano percezioni popolari e comuni della vita conventuale nei paesi del Mediterraneo. Sempre George Haggerty dice al proposito:

In “The Monk”, Lewis attempts to outrage taste and scandalize propriety in as many sexually explicit ways as he can. As I have argued elsewhere the central plot—that of the seemingly virtuous Monk Ambrosio, who is seduced by the scheming Matilda, herself disguised as the young novice Rosario—is structured around uncontrollable sexual desire and “perverse” sexual transgression. The ambiguous sexuality of Rosario-Matilda insists on an especially titillating context for sexual experimentation, and when Matilda turns out herself to be an agent of Satan, desire itself comes to seem perverse and victimizing. Ambrosio’s “lusts” would in any case be difficult to categorize.

Cattolicesimo e perversione nell’opera di Matthew G. Lewis

Il legame tra cattolicesimo e lussuria è reso esplicito in vari modi: l’atto della confessione porta ad abusi sessuali; la lussuria è esercitata attraverso il culto del diavolo; e il monastero e il convento sono entrambi luoghi di violenza, vittimizzazione e morte. Scene così familiari aiutano a chiarire i modi in cui il facile rapporto tra cattolicesimo e perversità sessuale ha una valenza sia politica che sociale. Dopo tutto, (quasi) tutte le violenze del romanzo trovano risposta in termini politici diretti con l’attacco da parte della folla e la distruzione del convento e del monastero, così come la brutale distruzione fisica della priora e di alcune delle suore più violente. L’eccesso sessuale e la sovversione politica sembrano andare di pari passo con il fervore religioso. Lewis sembra interessarsi esplicitamente alla violenza e persino celebrarla. Altrimenti i dettagli della distruzione non sarebbero così vividi e la drammatizzazione dell’eccesso non sarebbe così estesa. Lewis investe tali scene con un’eccitazione quasi erotica proprio perché le collega con il brivido della trasgressione sessuale e la paura di eccessi sessuali incontrollabili.

 

L’impatto culturale

Con le sue rappresentazioni di riti demoniaci e sessualità illecita,  “The Monk” di Matthew Gregory Lewis ha innescato una tempesta di polemiche. Samuel Taylor Coleridge scrisse una spassionata ma molto combattuta recensione del romanzo; sebbene ritenesse che alcuni elementi (come la caratterizzazione e la trama) fossero geniali, trovò il romanzo inquietante. Ha concluso la sua recensione dichiarando il romanzo “una storia d’amore, che se un genitore vedesse nelle mani di un figlio o di una figlia, potrebbe ragionevolmente impallidire”. Nonostante le polemiche e le cattive recensioni delle élite letterarie, “The Monk” ebbe un enorme successo. Tuttavia, il romanzo ha in gran parte cessato di essere letto a metà dell’Ottocento, prima di essere riscoperto dagli studiosi negli anni Settanta e Ottanta desiderosi di analizzare le complesse dinamiche di genere e i contributi alla letteratura gotica.

 

Il contesto storico de Il monaco

Il romanzo è stato plasmato dal dilagante anticattolicesimo dell’Inghilterra di fine Settecento, alimentato da un’intensa preoccupazione per la creazione di una robusta identità nazionale protestante. Questo ha portato a raffigurazioni del cattolicesimo come una perversione della religione, e dell’enfasi cattolica sul celibato come cortina fumogena per i peggiori abusi sessuali. Nel romanzo di Lewis, l’enfasi cattolica sul celibato crea il mostro stesso che presumibilmente disprezza, e il credo religioso cattolico è equiparato alla superstizione. Fu scritto in un momento in cui la Rivoluzione francese stava invertendo l’ordine “naturale” delle cose, e Lewis racchiude in sé parte del caos del tempo con i suoi caratteri contraddittori e la critica delle istituzioni sociali . Donne mascoline, uomini effemminati, pietosi aristocratici, monaci malvagi e amabili furfanti popolano il suo lavoro. Alcuni studiosi sostengono che questo contesto storico ha spinto Lewis a creare un mondo in cui la moralità non è oggettiva, e Dio è del tutto assente dalla religione. Una presunzione dell’inferiorità o pericolo intrinseco della maggior parte delle dottrine, istituzioni e pratiche cattoliche è presente in tutto il testo. Il celibato, in particolare, viene individuato non solo come impossibile e innaturale, ma anche come porta d’accesso a peccati ancora più grandi. Una volta che Ambrosio ha infranto i suoi voti di celibato, non ha problemi a giustificare stupri, omicidi e stregoneria. La Priora usa le trasgressioni sessuali di Agnes come scusa per torturarla psicologicamente e fisicamente, rinchiudendola in una cripta con corpi in decomposizione. In maniera meno drammatica il clero cattolico e i laici sono raffigurati come disposti a credere a qualsiasi cosa; le suore di Santa Chiara disposte ad accettare le storie fantastiche che la Priora racconta per tenerle in riga. Questo tema dell’anticattolicesimo deriva dal contesto storico in cui il romanzo è stato scritto; nell’Inghilterra protestante di fine Settecento, il cattolicesimo fu marginalizzato per sostenere la fiorente Chiesa d’Inghilterra.  Un passaggio significativo riguardo a quanto sopra detto è il seguente:

 

Unnatural were your vows of celibacy; man was not created for such a state; and were love a crime, God never would have made it so sweet, so irresistible! Banish those clouds from your brow, my Ambrosio! Indulge in those pleasures freely, without which life is a worthless gift: cease to reproach me with having taught you what is bliss and feel equal transports with the woman who adores you!

 

Matilda tiene questo discorso ad Ambrosio non molto tempo dopo che hanno infranto insieme i loro voti di celibato. Ambrosio è sopraffatto dalla vergogna per la sua debolezza e rimprovera Matilda per averlo sedotto; lei risponde con un’affermazione del suo amore per lui e una condanna del celibato in generale. Questa citazione illustra una delle principali tesi del romanzo: il celibato è uno stato innaturale e pericoloso, che nel migliore dei casi genera ipocrisia e nel peggiore atti di crudeltà. Ambrosio può aver infranto i suoi voti al cielo e mettersi su una via del male, ma alla fine è stato spinto a questo stato infelice dai suoi voti di celibato.

 

Temi e motivi de Il Monaco

La realizzazione del desiderio sessuale è una delle forze trainanti della trama del libro. Ambrosio ne è l’esempio più evidente: è spinto a commettere delitti orribili per soddisfare il suo desiderio per Antonia. Tuttavia, quasi tutti i personaggi del romanzo affrontano le conseguenze del proprio desiderio sessuale, che l’oggetto li ricambi o meno. Lorenzo lotta per trovare un modo di sposare Antonia. Agnes è punita dalla Priora per essersi sottomessa alle avances sessuali di Raymond, e Raymond si ammala per il lutto per Agnes. La Priora presume che punire le indiscrezioni sessuali di Agnes porterà buona fama al suo convento, anche se si sbaglia. Lewis ritrae il desiderio sessuale come naturale e inevitabile, ma una delle principali fonti di conflitto. Il passaggio successivo contiene una serie di mezzi retorici, ma centrale è il “fuoco impetuoso” nelle vene di Ambrosio. Questo fuoco rappresenta il desiderio sessuale, che, come il fuoco, può offrire calore confortante o può causare terribili ustioni:

“His eye dwelt with insatiable avidity upon the beauteous orb. A sensation till then unknown filled his heart with a mixture of anxiety and delight: a raging fire shot through every limb; the blood boiled in his veins, and a thousand wild wishes bewildered his imagination”

 

Max Fincher, nel suo articolo “The Gothic as Camp: Queer Aesthetics in “The Monk”, tratta più da vicino la cosiddetta “sovversione del corpo e del genere” nel romanzo di Lewis, nel contesto dell’espressione dell’identità sessuale e di genere nel romanzo gotico, che lui riassume nel termine “queer-camp”.

 

“In queer-camp, the idea of a true, stable, and consistent gender identity is always questioned, and Gothic writing marks the beginning (or perhaps even continues) this phenomenon.”

 

È rilevante come in “The Monk” la “verità” riguardo il genere, il desiderio e l’identità è sempre precaria e puramente performativa. Ciò funziona particolarmente bene nel regno del sovrannaturale: esso viene utilizzato come metafora con il fine di smascherare l’arbitrarietà dei costrutti riguardanti il “comportamento naturale”, includendo i ruoli di genere e il desiderio sessuale. L’instabilità della percezione del corpo è un tema ricorrente nel romanzo: un’interpretazione del corpo dell’altro può facilmente rivelarsi il suo opposto. L’esempio più significativo è ovviamente Matilda. Matilda sceglie di travestirsi da giovane novizio, Rosario, allo scopo di infiltrarsi nel monastero e sedurre Ambrosio.

 

“As critical discussion has pointed out, up until the point at which Matilda crosses over into being a woman, the exchanges between Rosario and Ambrosio can be read as a confession of the silent pains of homoerotic attraction in an age of repression […]  But Matilda is something more than female and a transvestite. She/He is queer because her identity and sexual desires remain irreducible, and She/He is always performing.

 

Nell’articolo “The Sexuality of Authorship in “The Monk” di Lauren Fitzgerald, la scena in cui Rosario si rivela come Matilda è definita non come la rivelazione di una verità, ma come una strategia di evasione:

 

“This unveiling is in fact not an unveiling but a re-veiling in female costume. Rosario’s abrupt transformation into the female Matilda merely represents Lewis’s attempt to closet the homoerotic relationship between the novice and the monk”

 

Ed è importante notare che Rosario/Matilda non ha un “vero” genere che possa definire la sua identità o la sua relazione con Ambrosio. In “The Monk” il modo in cui gli uomini e le donne provano desiderio per lo stesso sesso oppure quello opposto non è delimitato né circoscritto, e viene suggerito che le opposizioni binarie maschile/femminile e morto/vivente sono facilmente reversibili. Il concetto di identità fissa e stabile è distrutto. Secondo Fincher, il senso del perturbante in questo romanzo non è solamente causato dall’esistenza del sovrannaturale, ma anche dalla manifestazione di un’identità che non può essere ricondotta alle categorie del maschile e del femminile. L’associazione della mascolinità con una sessualità attiva e della femminilità con una sessualità passiva viene ribaltata, e lo sguardo maschile, veicolo del desiderio, viene messo in discussione dall’impossibilità di ricondurre l’identità dell’oggetto desiderato ad una categoria prestabilita.

Giorgia Larocca

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