“Notte, giorno, notte” – Beatrice Monroy


Voto: 5 stelle / 5

A fronte di eventi che scuotono e interrogano la coscienza del nostro Paese, sono due i volti dell’indifferenza. C’è chi non guarda per paura di vedere. C’è chi volge lo sguardo altrove per dimenticare ciò che ha sempre avuto sotto gli occhi e dunque conosce. Questo passaggio tra vedere e sapere è già del Greco antico che pragmaticamente ragiona così: se ho visto, allora so. Il breve romanzo “Notte, giorno, notte” di Beatrice Monroy è rivolto a tutti coloro che scelgono la strada della dissimulazione onesta, del silenzio, dell’omertà (Giulio Perrone Editore 2022, 167 pp).

Ringraziamo la casa editrice e l’agenzia di comunicazione Anna Maria Riva per la copia ricevuta in omaggio.

Trama di Notte, giorno, notte

Una notte afosa d’estate, di quelle che tolgono le forze e il respiro, Matilde cerca un po’ di refrigerio sulla sedia a dondolo in terrazza. Suo malgrado, sente stralci di conversazione dei vicini Carla e Roberto, coppia in crisi che come lei non trova la benedizione del sonno. Col tempo spiare le loro vite diventa un’esigenza sempre più dolorosa. La spingono curiosità e una forza oscura che in passato l’ha tenuta prigioniera:

Sto per diventare di nuovo schiava del suo mondo malato, sento la colla e non riesco a sottrarmi alla vischiosa rete dei suoi racconti. Allora come adesso la sua voce lieve e un po’ roca m’inchiodava”

Matilde abita al sicuro in un guscio senza scosse. Il metronomo delle sue giornate sono un figlio da crescere e un marito che non le fa mancare nulla. Nelle lunghe soste notturne in terrazza afferra mezze parole, allusioni, confessioni, brandelli del passato di Carla, amica d’infanzia e di quartiere. Ciascuno di essi scuce inesorabilmente un punto della sua memoria, tirando fuori ricordi che credeva di non possedere. Infatti il corso dei suoi pensieri deraglia nell’inferno di Carla originato dall’omicidio del padre quando era bambina.

Una matassa pericolosa di cui la figlia si ostina a cercare il bandolo nell’indice dei nomi proibiti della città. Scardinato dai segreti dell’amica, il teatro della memoria di Matilde si anima di dubbi e nuove certezze che la costringono a fare i conti con la persona che ha scelto di essere. O di non essere.

Recensione

Nell’alternanza di nove movimenti tra la notte e il giorno, si consuma il dramma di due donne dal destino complementare. Lo spazio è quello obbligato di due appartamenti contigui, che condividono il terrazzo all’ultimo piano di un casermone in cemento. Uno dei tanti edifici senz’anima dello stravolgimento architettonico che dal secondo dopoguerra ha ricostruito città che non esistevano più o non c’erano ancora.

Mancano espliciti riferimenti spazio-temporali. Ciò non impedisce di riconoscere il capoluogo siciliano degli anni Novanta. Quello in cui rimbomba l’eco degli attentati contro esponenti di polizia, magistratura, politica. Quello sfregiato dalla ricostruzione selvaggia del sacco di Palermo che permise alla criminalità organizzata di mettere le mani sulla città. La concentrazione della vicenda aumenta la forza di una scrittura franta e ipercontrollata che fa della sottrazione la sua cifra distintiva.

Notte, giorno, notte” è un romanzo dalla partitura tragica. L’azione si svolge nell’unità di luogo di un edificio spettrale, l’inchiesta conoscitiva prende le mosse da un cold case, due protagonisti fanno le loro scelte tra destino e libertà. Funge da coro il personaggio collettivo delle donne della città antica, custodi del silenzio di un luogo senza voce.

Il testo di Beatrice Monroy più che letto esige di essere ascoltato. Per non dimenticare che senza memoria non c’è verità e senza verità non è possibile progettare il futuro. A patto di abbattere il muro dell’omertà.

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