“Oltre il buio” – Mirella Guagnano


Voto: 4 stelle / 5

I piani di Giulia per i festeggiamenti dei suoi diciott’anni cambiano all’improvviso quando una tragedia sconvolge completamente la sua vita costringendola a trascorrere il giorno del suo compleanno in un pianto disperato davanti a due fredde tombe. La sua vita cambia di colpo: dolore, rabbia e sconforto si impossessano del suo animo, cerca risposte che non trova, prova soluzioni per star meglio che non funzionano, evita chiunque cerchi di aiutarla. Suo unico appiglio alla vita sarà un gruppo di persone che come lei fanno fatica a superare il lutto e, soprattutto, la relazione con un misterioso ragazzo.

Recensione del romanzo “Oltre il buio”
Opera della autrice Mirella Guagnano

Oltre il buio, oltre i sogni di ogni bambino, oltre i sogni di ogni essere che capacità ha di riporre i propri sensi in sogni.
Il romanzo, si proietta decisamente nel viaggio interiore di noi tutti, appartenente ad una vera storia vissuta, oppure una storia vissuta nella mente e rielaborata da essa, il tutto, sotto la forma arcaica di un piccolo diario d’adolescente devastata da una terribile disgrazia, che le cambierà per sempre la vita e il modo di viverla, una adolescente che ha aperto la porta alla donna racchiusa in lei.
Ma approfondendo, consideriamo palese una profonda analisi che vira dalla fede più assoluta e tramandata, ad una ricerca scientifica della esistenza sia interiore che esteriore degli esseri pensanti. Bel romanzo che ogni lettura sconvolge l’animo del lettore, ne libera paure come aprendo il vaso di Pandora.

Le lacrime son solo liquidi, ma ciò che le fa sgorgare non ha età, come può una dolce fanciulla aver tanta pena in siddolce età? Il rimembro del compimento dei suoi diciotto anni, proprio esso sarà il supplizio, supplizio dato da lumi Parasacco. Un terribile incubo che porta termine precoce a storia di cernalucie, pare tutta una fola, pure la torta dura come il marmo di decori ceraselle, ma favola non è ascolto di bravo diacono che invea di vita rattriste. Il terminare di vite devasta come parole inferte seppur senza il volere della contrizione.
La giovane età e l’impeto vanno alla ricerca di responsi crudi e macabri quant’altro di natura veri, tal nauseabondo scoprire, porta ad ebbra fuga con certo esito, dapprima euforico e per finire in rigetto di entro e immondi imprechi. A giusto seguito, una apatica compagna come ombra cecata dal sole non sfugge alla donna ormai divenuta, lo studio di materie ad essa arcane e di tanto turbamento, divenivano pensieri contrastanti, la tristezza in un cuore ferito trapela e non si mitiga con il tempo in trascorrere, dubbi amletici, logori pensieri sull’Ade più materiale.
Tutto le sembra un tunnel senza uscita, ma la nennella zita, si rilascia in calmierare di tutte le paure al giovin core dello principe azzurro. Lo giovin pareva misterioso, ma solo, come ella stessa si avea a trovare. Pregna di credo e spiritualità affronta l’erto peregrinare della mesta vita, ne trova risposte concrete e altre effimere, risposte da dolce compagno.

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