Parliamo di dilettanti

Etimologia del termine dilettante

Ogni tanto mi vengono delle idee. E provo ad assecondarle. Cerco su Wikipedia il termine dilettante. Scopro che «indica, in senso lato, chi svolge un’attività per diletto e senza scopo di lucro oppure senza una specifica competenza (con quest’ultimo significato è a volte usato in senso dispregiativo)».

Possiamo anche prenderlo per buono. Il dilettante non è un professionista. Quello che fa – a livello soprattutto artistico – non ha una legittimazione ufficiale, né una retribuzione. Ne ricava soltanto piacere e divertimento.

Leggendo gli Scritti letterari di Ezra Pound, pubblicati da Garzanti nel 1973, trovo questa definizione: «Un vero dilettante è propriamente una persona che trova diletto nelle arti, non una persona che tenta di interporre la sua produzione scadente tra il capolavoro e il pubblico».

 

Vignetta divertente sui dilettanti

Tipologie di dilettanti

La prima parte di questa affermazione concorda, mi sembra, con la definizione data da Wikipedia. La seconda aggiunge un ulteriore passaggio: la parola è definita in negativo, quasi a voler distinguere tra due tipologie di dilettante. C’è quello «che trova diletto nelle arti», poi c’è l’altro. Che si distingue da quello vero per la mancanza di umiltà. Non si rende conto – perché non può o non vuole – dei propri limiti. Amici e parenti non hanno il coraggio di confessargli che la sua produzione artistica è, come scrive Pound, scadente. Oppure sono drammaticamente persuasi della sua presunta bravura. In entrambi i casi, lui si convince di avere talento e tenta di imporlo a tutti.

Sfortunatamente il mondo dell’arte è ormai saturo di principianti incapaci e boriosi. Lo si vede soprattutto nei vari contest televisivi: non accettano per nulla i verdetti negativi. Esigono di avere lo spazio cui hanno diritto in virtù di capacità che invece non possiedono. Ai loro occhi, i no ricevuti costituiscono una intollerabile ingiustizia, indice della cecità – o meglio: dell’incompetenza − di chi ha osato bocciarli.

A me non piace «una persona che tenta di interporre la sua produzione scadente tra il capolavoro e il pubblico». Mi irrita l’atteggiamento con il quale si propone agli eventuali fruitori.
Il talento non pretende né esige.
Semplicemente, si offre.

Commenti