“Per ogni parola perduta” – Benedetta Cibrario


Voto: 5 stelle / 5

Dopo il successo del romanzo “Il rumore del mondo”, finalista al Premio Strega 2019, Benedetta Cibrario torna alla scrittura con una storia raffinata, elegante, eterea. “Per ogni parola perduta”, pubblicato da Mondadori nel mese di novembre 2022, incanta il lettore, lo solleva da terra e gli mostra la Storia dall’alto, con il giusto distacco e la giusta comprensione. 

Ringraziamo la casa editrice Mondadori per la copia cartacea omaggio. 

Trama di Per ogni parola perduta

Nel 1784 due giovani ragazzi, Louis Brun e lo scrittore Xavier de Maistre, tentarono un’impresa ardita: un volo in mongolfiera sui cieli della Savoia. Per anni quella mongolfiera di seta, dai colori brillanti, rimase relegata in una soffitta, finché giunse nelle mani di Edmund Payne, un famoso collezionista di Oxford. La mongolfiera però si presenta in condizioni critiche, è fragile e delicata, piena di strappi, e necessita di un restauro. 

Edmund si rivolge così a Sofia, giovane e promettente restauratrice di origini italiane. Sofia, però, ha appena subito una perdita devastante. Il marito Nicola è morto in un incidente, lasciando incompiuto il suo lavoro accurato di ricerca. Sofia rifiuta con decisione l’incarico, ma Edmund non si arrende e le propone un accordo: si impegnerà economicamente a far terminare e pubblicare il lavoro di Nicola, purché Sofia si occupi della mongolfiera. 

Da cinque mesi la mia vita è. Cos’è? Non lo so. Un curioso fluttuare nel quotidiano. Sul quotidiano. È vedere ogni cosa dall’alto, sfumata, distorta. Sentire una vertigine. Sapere che precipitare è un attimo. Averne paura. Volersi riprendere. Annaspare. Non fare domande. Resistere. Aspettare.”

Inizia così un viaggio che porterà Sofia a Chambéry, sulle tracce di Xavier de Maistre. Qui incontrerà Pauline, giovane libraia, anche lei oppressa da un duro passato, ma piena di sogni. Tra ricerche, studi, passeggiate e nuove scoperte, capirà che, oltre alla mongolfiera, c’è qualcosa di più importante da dover ricucire. Una storia, una vita, un domani. 

Recensione

C’è un filo sottile che percorre l’intero romanzo. Trattiene i lembi di una mongolfiera, strappati e corrosi dal tempo. Ricostruisce brandelli di storie di un passato lontano e di un presente difficile da sopportare. Unisce vite apparentemente lontane, accomunate da solitudini e drammi. C’è un filo fragilissimo che porta in cielo sogni, ricordi, speranze e dona loro eternità. 

Sofia, Nicola, Edmund, Pauline sono i protagonisti della storia, descritti accuratamente, soprattutto dal punto di vista psicologico. Ognuno con un dolore nascosto dentro sé e un sogno da realizzare. Anime sofferenti con legami spezzati da ricucire con pazienza e dedizione. Ad unirli ecco avanzare dal passato la figura di Xavier de Maistre, scrittore, soldato di carriera e viaggiatore coraggioso, la cui storia emerge poco a poco, grazie a uno studio e un lavoro certosino sulle fonti dell’epoca. 

Mi aggrappo a Xavier, mi segno le cose che scrive: “Ah, voi conoscete poco il mondo, che non mi ha mai dato felicità. Sono spesso solo per scelta, e forse ci sono più cose simili tra le nostre idee di quello che pensate; e, tuttavia, lo ammetto: una solitudine permanente mi spaventa, riesco appena a concepirla.”

Il mito della mongolfiera che nel lontano 1784 riuscì a staccarsi da terra diventa il sogno di ogni lettore. Poter sollevarsi e superare i dolori del mondo diventa il fine ultimo a cui tendere. 

In ciò ci vengono in aiuto i colori della copertina, il blu e il bianco, una tela scucita, ma anche il cielo e le nuvole, i sogni e le speranze che spesso però si scontrano con gli incidenti della vita di ogni giorno, che lacerano l’anima. 

Sul romanzo aleggia un’atmosfera eterea, impalpabile. Ne sono testimonianza i dialoghi privi di punteggiatura, che rendono i discorsi quasi sognati e indefiniti, a cui ci si abitua a poco a poco, ma anche la struttura narrativa a più voci. 

Splendida la cura dei dettagli e le descrizioni. Come Sofia, anche il lettore si perde un po’ tra i vicoli dell’incantevole Chambéry, città “ingannevole e labirintica”, o si fa avvolgere dal fascino “esclusivo ed elusivo” di Oxford e dei suoi ambienti universitari. 

È una storia tenera e intensa quella raccontata dal talento di Benedetta Cibrario, emoziona e arricchisce. Ogni parola perduta in un lontano passato rinasce a nuova vita e si mostra a noi in tutta la sua bellezza 

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