Trama di Per amore o per forza
In un paesino del profondo sud: Valplatani, nelle Sicilia rurale del 1964, si dipana la storia di Tanina, una ragazza diciassettenne sulla quale ha messo gli occhi un “picciotto” spavaldo e arrogante: Giovanni Tiritto detto Crozza, nipote del boss del paese, in odore di mafia.
Il padre di lei, anche se di malavoglia, è costretto da pesanti intimidazioni ad acconsentire al fidanzamento. La giovane donna da prima accetta di buon grado, sia pur aspirando ad una sorte migliore, il nuovo status di promessa sposa a quel pastore rozzo e prepotente ma rispettato da tutti per via della sua parentela. Quando però uno studente, per gioco, comincia con lei un intenso scambio di occhiate, durante le messe domenicali, essendo questa la sola condizione ove si potessero concretizzare, nella Sicilia di quegli anni (aggiungerei nell’Italia intera di pochi decenni prima), i rapporti tra i giovani dei due sessi, e dopo l’allontanamento e la morte improvvisa dello zio mafioso, Tanina credendo alla possibilità di un più prestigioso matrimonio, rompe il legame con Crozza.
Il ragazzo ferito nella rispettabilità e nel prestigio sociale, organizza allora un clamoroso rapimento, in pieno giorno e con tanto di atmosfera da far west.
A questo punto la doverosa conclusione, secondo gli ancestrali codici della vita comune, sarebbero dovute essere le nozze riparatrici, se l’intera vicenda non fosse stata strumentalizzata da un piccolo giornalista della zona in cerca di scoop, che sull’onda dell’emergente emancipazione sociale in atto nel “Continente”, convince la disorientata ragazza e la sua famiglia a denunciare il rapitore. Il processo infatti ottiene lo scalpore voluto e la condanna del sequestratore, senza peraltro scalfire di fatto la mentalità vigente.
E’ un libro delizioso malgrado il tema
L’autore sa gestire dall’interno (essendo lui stesso siciliano), con ironia, autoironia ed una punta di umorismo, una vicenda che nel suo insieme si può valutare come drammatica; di cui invece sottolinea gli aspetti umani di tutti i protagonisti. A cominciare dalla giovane Tanina che oggi sarebbe considerata poco più che una bambina, colta nel connubio adolescenziale tra innocenza e malizia, tra atavica, tradizionale sottomissione della donna e la voglia di conquistare libertà solo sognate tra le pagine dei fotoromanzi.
Non è dunque la solita storia di sopraffazione del genere maschile su quello femminile, pur se questo aspetto, insieme alla narrazione di un ambito di arretratezza e sottosviluppo che all’epoca ancora contraddistingueva la società siciliana ( da cui non era esente nemmeno chi avesse studiato al Nord), viene ben evidenziato e definito in un’analisi obbiettiva e puntuale, senza nessuna retorica. Da ultimo l’esito finale del racconto lascia intendere quanto tempo ancora avrebbe dovuto passare dall’epoca delle vicende narrate, perché qualcosa potesse cambiare.
Cristina M. D. Belloni
Per Amore o per Forza. Mi é piaciuto tantissimo. Mi ha fatto sorridere, stare bene ed ho voluto finirlo subito. Bello. Gaetano Di Noto, molto bravo.