“Riflessi di luce” – Benedicta Felice


Voto: 2 stelle / 5

Il libro “Riflessi di luce” di Benedicta Felice (Rossini 2022) è una raccolta di poesie suddivise in due capitoli, intitolati “Cuore” e “Piccoli universi”. Ringraziamo l’autrice per la copia digitale inviata in omaggio.

Considerazioni sulla poesia

I lettori, i poeti, nessuno che  ovvi cultura nei modi più vari, non portano interesse affatto  alla poesia. Non si leggono filosofi che vergano di poesia, non si sentono sociologi, storici o teologi che parlino di poesia. L’interesse per la poesia è pressoché nullo e nelle conversazioni, ci si dimostra la conoscenza della scena letteraria e socializzante. Senza empatia od interesse alcuno.

Si fa una ricerca assennata della poesia, come scrittura poetica, lavori antologici definiti “raccolte di poesie”, blasfemando la parola come un sinonimo stesso di poesia che oggi viene usata senza parsimonia tanto  da dare vita a una sorta di manicheismo, lirica e antilirica. Ovviamente il “poeta” continua ad inseguire la lirica come fosse essa stessa la poesia per eccellenza. La lirica rappresenta duemila anni di tradizione poetica la maggior parte della poesia che troverete, nonostante vi sia necessità di poetica di ricerca e introspettiva, è lirica.

La poesia di ricerca ha il merito di espandere le possibilità dell’espressione  anche come mezzo criptico e sibillino per la veicolazione dei e del pensiero scaturito dalle viscere dell’autore. Spesso gli autori senza estro e mesto talento, credono che la poesia debba essere veicolata da critici  accademici e che il lettore non sia autonomamente in grado non solo di comprenderla, ma addirittura di conoscerla semplicemente, si dedicano alla scrittura con un approccio inculcato e schematizzato da una scuola di pensiero e prodotto, ovvero alla poesia in prosa o al rap, dove elementi come la versificazione o comunque fattori di “poeticità” determinanti vengono esaltati  annullando la complica ricerca della “poesia di ricerca.

Recensione di Riflessi di luce

Non me ne voglia l’autrice, si denota una perfetta padronanza della lingua italiana, con una marcata opulenza e ostentazione alla dimostrazione dello scorrere di lezioni in un prestigioso liceo classico. Ciò ha lasciato una marcata impronta di greco e latino ad uso glassorio, in particolare nella prefazione, addentrandoci nella poetica raccolta, non ci si scosta molto dalla eloquenza di frasi fatte, e alla dilungata prolissa verbalità. 

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