Salutandoti dicevo
ora te ne vai
non ritornerai
-Michele Pecora
Ripensamenti
– Che fai.
– Prova a dire.
– Non so.
– Lo vedi.
– Che cosa.
– Sei sempre stato privo di immaginazione, di fantasia.
– Non è una risposta.
– Per te. Per me sì.
– Va bene. Mi dici cosa fai.
– Me ne vado.
– E dove.
– Da mia madre.
– Da tua madre.
– Sì. Da mia madre.
– Ma non era morta.
– Mia madre.
– Sì. Tua madre.
– Mia madre è viva.
– Viva.
– Sì. Viva. Cosa ti salta in mente.
– Eh ma non ne parli mai. Ho pensato fosse morta. O qualcosa del genere.
– Invece no.
– Va bene. Tua madre è viva. E stai andando da lei.
– Mia madre è viva. E sto andando da lei.
– Perché.
– Perché cosa.
– Perché stai andando da lei.
– Perché non ce la faccio più.
– A far che.
– A stare qui.
– Mi aspettavo di più.
– Che cosa ti aspettavi.
– Che ne so. Qualcosa di originale. Di diverso. Di clamoroso.
– Ti dovrai accontentare.
– Lo faccio sempre.
– Che cosa.
– Accontentarmi.
– Mia madre aveva ragione.
– Su cosa.
– Su di te.
– E cosa diceva di me.
– Che non andavi bene.
– Non me l’hai mai detto.
– Eh lo so. Mi sono sempre dimenticata.
– Non originale nemmeno questo. Poi quello senza fantasia sono io.
– Come sei Cinico.
– Pure.
– Forse avresti dovuto ascoltarla.
– Chi.
– Tua madre.
– È tutto quello che sai dire.
– Non mi viene in mente altro.
– Ma stai dicendo sul serio.
– Sto dicendo sul serio. Magari ha ragione lei. È una possibilità.
– Non ci credo.
– A cosa.
– Lasciamo stare.
– Va bene.
– Facciamo una bella cosa.
– Quale.
– Resto.
– Resti.
– Sì, sì. Resto.
– Non parti più.
– Non parto più.
– Resti.
– Ho concluso che è meglio così.
– Va bene.
– E perché.
– Perché vado via io.