“Rolling Stones” – Guido Michelone


Voto: 2 / 5

Considerata la migliore rock band di ogni tempo, i Rolling Stones sono un simbolo sacro della cultura musicale (e non solo) del XX secolo. Raccogliendo l’eredità del blues afroamericano, le Pietre Rotolanti hanno costruito un sound innovativo, trasgressivo, selvaggio, teatrale, che tanto piaceva (e piace tutt’oggi) ai giovani ribelli. “Rolling Stones” di Guido Michelone (Diarkos luglio 2022) non è solo rock and roll: è un libro che usa la “lingua” dei Rolling Stones.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea inviata in omaggio.

Trama di Rolling Stones

Parte dalle testimonianze dirette di vecchie e nuove generazioni di fan alle dichiarazioni dei sette membri originali; dall’analisi dei grandi album al commento di brani epocali; dai rari aneddoti di vita privata alla rassegna pubblica di critici e giornali, che sempre hanno mostrato ascese e cadute, vittime e carnefici, maschere e pugnali del “più grande spettacolo del mondo” dal secondo Novecento fino a oggi. E forse anche più in là.

Recensione

A volte le aspettative ti portano a demolire ciò che andrai a leggere. Devi a quel punto fare una scelta, una scelta che al momento sembra di poco rilievo, ma necessaria al dipanare della matassa del dubbio e della imparziale mutazione nella lettura e nella stesura di ciò che sarà la recensione

Non mi ero mai ripromesso di leggere un libro sulla vita trascorsa e futura di un gruppo rock non prettamente allineato alla mia filosofia di vita musicale. Ho sempre ritenuto il rock un altro livello di protesta, un piano su cui Jagger e la sua band non rientravano certo a far parte.

Nella lettura di un libro musicale ho sempre lasciato la mente libera di viaggiare tra i testi delle canzoni e gli aneddoti più reconditi e trascurati dalle riviste del settore.

La biografia dell’autore (di cui in calce riporto tale e quale) e i suoi precedenti trattati su altri gruppi e personaggi del generis, mi fecero ben sperare rendendo la cosa interessante. Come suddetto la aspettativa era di rilievo. Si sarebbe dovuto leggere di un frontman «maledetto», un ribelle che dava vita a una voce  di una forza dirompente, oscura e misteriosa.

La delusione apre le porte già alle prime pagine, facendo strada ad un fiume di parole ricercato con una scelta banale.

Speranzoso in un futuro tra le pagine ove avrebbe potuto rivelarsi in realtà svolta decisiva, proseguo senza critica personale.

Il susseguirsi delle pagine descrive le notizie già riportate da note  riviste del settore, quali Il Mucchio selvaggio e Rolling Stone. Forse, per una volta ci saremmo aspettati un testo  meno abusato e con contenuti fuori dalle righe, qualcosa che non divenisse una nomenclatura delle gesta ribelli dei Rolling Stones. Vano il tentativo da parte dell’autore a portare ciò e vano quello del lettore a trovare qualcosa di oltre al rock end roll.

Biografia dell’autore

Guido Michelone insegna Storia della Musica Afroamericana al Master in Comunicazione Musicale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è titolare della cattedra di Storia, Analisi ed Estetica della Musica Jazz e Afroamericana presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, dove è anche responsabile della Master Class in Storia della Popolar Music. Dal 2009 tiene il corso di Musica e Media presso l’Accademia di Belle Arti ACME di Novara.

Sulle relazioni tra musica e cinema ha lavorato ai progetti Tutti for Louis, Miles Gloriosus, Boogie Movie dei registi Ciprì e Maresco, al lungometraggio Jazz Story del cartoonist Riccardo Maneglia, ai due documentari Il canto jazz per il Museo del Jazz di Genova, alla videobiografia Giancarlo Cazzaniga il pittore dei Jazz Men diretta da Paolo Mosca. Sempre su cinema e musica, Michelone ha pubblicato numerosi saggi, tra cui Il cinema dei Beatles, “Imagine. Il rock-film tra nuovo cinema e musica giovanile”, Musica & Media, Il jazz-film. Con Giannalberto Bendazzi ha curato le antologie Coloriture e Il movimento creato su musica/cartoon. Dirige la collana Breve introduzione alla storia dei rapporti musica/cinema, di cui sono usciti i due volumi Musical, jazz e cinema e Avanguardie e astrazioni. Saggi e commenti su arti visive e performative; è altresì autore dei due romanzi: Cinquanta. Secondo Novecento e A Charlie Chàn piace il jazz, di sei commedie raccolte nel volume Teatro Jazz e della raccolta di liriche Quasi dei blues.

Stelle 2: una al testo e una alla biografia dell’autore.

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