“Storia delle librerie d’Italia” – Vins Gallico


Voto: 4 stelle / 5

Quando ho visto che la Newton and Compton aveva dato alle stampe una “Storia delle librerie d’Italia” mi sono entusiasmata: avevo proprio bisogno di conoscere il passato e il presente del mercato editoriale. Uscita alla fine del 2022, questa ricca panoramica condotta da Vins Gallico è frutto di un lavoro pazzesco a livello nazionale, accurato e stimolante. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di Storia delle librerie d’Italia

Almeno duecento librerie, tra quelle attive oppure tramontate, o risorte o assorbite dalle grandi catene sono nominate e raccontate in “Storia delle librerie d’Italia”. In molti casi troviamo anche una naturale commistione fra libreria e casa editrice.

Vins Gallico ci accompagna in un viaggio complesso e affascinante, fra ricostruzioni di passaggi di proprietà, testimonianze, commenti da parte dei librai sulla situazione attuale dell’editoria italiana e tanta resilienza.

Tutto è trattato con grande rispetto e molta fascinazione verso questo mondo.

Il libro è disponibile anche in e-book, il che può facilitare la ricerca delle città o delle insegne.

Recensione

Il sottotitolo di “Storia delle librerie d’Italia” è: “Dai negozi storici ai librai indipendenti fino alle grandi catene moderne: l’evoluzione della vendita dei libri nel nostro paese”. Le parti dedicate ai negozi storici sono quelle che ho preferito di più, perché presentano uno spaccato di cultura e storia italiane altrimenti impossibile da respirare. In queste parti sono compresi i negozi ottocenteschi, quelli del Novecento e quelli storici che alla fine hanno chiuso, anche dopo 113 anni di attività come è accaduto a Pescara con la libreria Costantini.

Di questo libro ho amato gli aneddoti delle librerie storiche: mi è piaciuto conoscere la scontrosità di Umberto Saba, scoprire che Natalia Ginsburg e Italo Calvino andavano a scambiare in libreria libri ricevuti per le recensioni o che Jules Truffaut una volta ha acquistato tutti i volumi su di sé che ha trovato sullo scaffale.

Vale la pena centellinarlo – io l’ho portato al mare: i suoi paragrafi brevi gli danno la stessa flessibilità di una raccolta di racconti – e poi metterlo da parte come guida per i propri viaggi, tanto che c’è anche una comoda divisione delle librerie per regione.

Le realtà presentate sono tantissime e sono su scala nazionale: per questo si avvertono abbastanza spesso dei momenti di stanca, o a volte il materiale sembra quasi da brochure. Però è anche evidente che ci si trova di fronte a un lavoro davvero complesso: sarebbe stato impossibile intervistare o ricevere la confidenza di davvero ogni libraio. Peccato soltanto per i refusi.

“Storia delle librerie d’Italia” è un libro che consiglio da conservare come caro.

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