“T.E.S.S.E.R.E. Parole di tessuto. Il filo della comunicazione tra terapia e didattica”(Franco Di Mauro editore, 2021, pp. 142) è il titolo del libro di Rossella Capuano, destinato al mondo della scuola, ma anche a tutti coloro che vivono la relazione con il mondo giovanile. L’intento dello studio che l’autrice vuol portare all’interno delle pagine unisce psicologia clinica e scienza dell’insegnamento.
L’obiettivo celato in esso tratta di innovazione metodologica della pedagogia, fregiandosi di apporre nello studio delle immagini e delle parole inserite nuovi obiettivi didattici e nuovi metodi di apprendimento per una didattica di tessuto innovativa e strutturata su obiettivi terapeutici.
“T.E.S.S.E.R.E” viene dato alle stampe come una originale ed innovativa simbiosi tra la moderna metodologia didattica, che si nutre degli strumenti usuali della pedagogia e della psicologia clinica, codesto saggio ricco di immagini artistiche e di rimando hanno lo scopo di fornire al docente nuovi contenuti per vivere la relazione con lo studente.
Rossella Capuano è docente di Storia dell’Arte al Liceo Artistico Enzo Rossi di Roma e storica dell’arte e dottoressa in Psicologia clinica. La ringraziamo per la copia cartacea in omaggio, con cui ha richiesto e riconosciuto la professionalità delle nostre recensioni.
Trama di T.E.S.S.E.R.E.
Il testo si presenta come strumento innovativo per la formazione degli insegnanti, nell’ambito trasversale dell’educazione civica ed ha lo scopo di favorire un approccio interdisciplinare che privilegi la formazione complessiva dello studente a scapito dell’’apprendimento fine a sé stesso senza libertà di contenuti. Le relazioni vanno coltivate e rese forti tra studente/classe/docente, questo allo scopo di inculcare ai giovani una nuova coscienza di sé, il sé per una innovativa cittadinanza autonoma e viva. che esorta al dialogo sociale, a una forma di comunicazione aperta per scoprire sé stessi nella relazione col prossimo. Un nuovo metodo psicopedagogico, che stabilisce un filo di connessione tra il dialogo terapeutico e quello della didattica.
Il testo specifica l’importanza della relazione come cura per favorire i legami d’interazione e far crescere quella capacità comunicativa didattica che è fondamento della formazione dello studente. Le immagini danno il modo di legare e traghettare al dialogo sociale verso una forma di comunicazione aperta per scoprire sé stessi nella relazione col prossimo.
Recensione
Forse questo testo ritenuto così innovativo per la didattica viene scritto a seguito dei difficili momenti che hanno che hanno messo a dura prova anche la comunità scolastica, Nel suo libro T.e.s.s.e.r.e. l’autrice parla di metafora, fascino evocativo della parola e di tessere emozione, ricordo, condivisione e armonia. Sinceramente è alquanto distante l’armonia che porta questo suo saggio, la metafora è incentrata unicamente sul filo che già è egli stesso metafora ovvia e abusata.
La totale assenza di sinonimi porta ad una ridondante assordanza di parole ripetute decine e decine di volte rendendo vacuo il suo meritevole pensiero filosofico e didattico. A ragion veduta nonché lo porta ad una disarmonia stridente e ovvia.
I concetti li sposo appieno, anzi li ho sposati anni addietro seguendo percorsi di formazione e divulgazione, mettendo in pratica il credo della Tessitura e del rapporto tra famiglie all’interno delle famiglie.
Alcuni passaggi cozzano ampiamente con il buon senso di docente, ciò è causato dal sostenere il buon esito e proficuo utilizzo della Didattica a distanza, ampiamente usata come necessità in questo lungo periodo, ma altrettanto riconosciuta come ponte e non metodo educativo. Negli ambiti della terapia e della didattica si cerca il benessere dell’individuo, paziente o alunno in questo testo si cerca di determinare uno stile ormai usurato e usurpato, troppi i luoghi comuni e le citazioni che rimbalzano da pagina a pagina. Non si reperisce un dialogo per instaurare un legame autentico con il prossimo, appesantito da un ripetersi, tesse una tela del ragno ove appiccicati alla trama vi sono parole e parole trascritte ma difficilmente di un utile ritorno didattico o sociale.
Sarei stato onorato ad avere una chiave di lettura in visione dall’ottica che la autrice aveva focalizzato, probabilmente la mia è radicata nella pretesa e nella disillusione, ciò probabilmente ne ha offuscato la giusta lettura.