
“Tracce” (Pathos 2022) è l’esordio narrativo di Magalì Rapini, teramana classe 1972. Si tratta di una raccolta di racconti brevi, dal ritmo snello e conclusioni rapide. Ringraziamo l’autrice per la copia cartacea inviata in omaggio.
Trama di Tracce
“Tracce” raccoglie una trentina di racconti dalla lunghezza eterogenea: troviamo sia la sferzata di una pagina sia la narrazione che richiede più capitoli.
Il filo in comune è lo sguardo: quello del personaggio, quello dell’autrice sul personaggio, quello del lettore sulla realtà.
Recensione
Di “Tracce” sono particolarmente apprezzabili i primi racconti, aggraziati e ironici nel narrare equivoci o indurre riflessioni. Da questo punto di vista segnaliamo “La zucca nera”, “L’odore dei soldi” e “Il posto sbagliato”.
“Come spesso succede, tutto accade in un attimo e niente tutti i giorni”
Nella seconda parte della raccolta il tono cambia; alcune narrazioni si fanno criptiche; alcuni finali misteriosi.
Spicca ora un nuovo grande tema: la malattia.
L’autrice dimostra una delicata sensibilità verso questo argomento e la gestione delle emozioni. In particolare ricorre il motivo dello stigma. Non è sempre necessario essere malati per sentirsi etichettare come tali: è sufficiente essere fragili o disobbedienti per trovarsi un dito puntato contro.
Anche l’editore si dimostra una realtà sensibile, perché ogni anno, in accordo con i suoi autori, devolve parte del ricavato delle vendite dei libri a tre associazioni onlus attente ai bambini, agli animali e ai Paesi del terzo mondo.