“Un uomo” – Oriana Fallaci


Voto: 5 stelle / 5

Edito da Rizzoli nel 1979, nel 2014 “Un uomo” diventa un film. Domenico Procacci, il produttore, scrive la prefazione all’edizione BUR Rizzoli del 2019 che ho letto. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “La rabbia e l’orgoglio“, “Insciallah” e “Lettera a un bambino mai nato“.

Trama di Un uomo

Il funerale di Alekos Panagulis è il prologo di uno dei libri più belli che io abbia mai letto, quello che, se lo guardo dall’alto, ha forse più post-it di tutti, tantissime le frasi che, al momento del bisogno, devo subito trovare.

“Ci si dimentica sempre che un eroe è un uomo, soltanto un uomo, e che resistere a una tirannia, subire sevizie, languire per anni in una cella senz’aria né luce è a volte più facile che battersi nell’equivoco e nelle lusinghe della normalità.”

La storia d’amore tra Panagulis e la Fallaci ha inizio prima del loro incontro: detenuto e torturato per aver organizzato l’attentato al primo ministro greco, il dittatore Papadopulos, Alekos pensa agli articoli scritti dalla giornalista italiana e sogna la fine della sua prigionia. Le parole di quella donna lo avvicinano alla libertà, che gli sembra possibile, vicina. La Fallaci lo intervista dopo la sua liberazione e quell’anima ribelle, che sogna una Grecia libera e un popolo che combatte per la libertà, non le lascia scampo.

Il romanzo è la cronaca della loro storia, durata dal 1973 fino a tre anni dopo, quando Panagulis è vittima di un attentato. E’ il racconto della battaglia di Alekos Panagulis per una Grecia libera dalle dittature.

Recensione

La prigionia, le torture inenarrabili inflitte a Panagulis sono descritte dalla Fallaci con puntuale precisione, è impossibile non avere davanti agli occhi quel corpo martoriato che si piega mille volte al dolore, senza mai vacillare nella convinzione delle sue intenzioni. La forza dell’idealismo di quest’uomo si scontra con le mille contraddizioni della sua personalità, del suo vivere quotidiano. L’amore folle per la libertà lo rendono un compagno difficile, che l’autrice non accetta mai completamente, pur restandogli accanto.

L’esigenza della Fallaci, le bocciature a chi, prima di Procacci, ha tentato di trasformare il romanzo in un film, sono impresse in ogni pagina, in ogni parola. L’autrice è un fiume in piena, inarrestabile, passionale, instancabile nel voler analizzare ogni aspetto di ciò che racconta: offre al lettore una storia vera, autentica in cui chi legge non fa fatica a ricostruire una storia che sia oggettiva nella sola soggettività di chi l’ha vissuta in prima persona. E’ il suo modo di riportare in vita un uomo che, mentre aveva accanto, non ha compreso fino in fondo, non ha amato fino in fondo. Ma, con la lente dell’esperienza, col bagaglio degli anni vissuti accanto a un uomo che ha scritto la storia del suo paese, tutto le appare chiaro. La passione di Alekos per la sua causa non c’è più, ci sono pagine pazienti che le restituiscono il ritratto di un uomo che si può amare solo idealmente.

“Un uomo” è il romanzo che Alekos stesso avrebbe dovuto scrivere, è la sua storia, la sua autobiografia. Lui l’aveva appena cominciata, ma sapeva che non avrebbe avuto il tempo di finirla. I suoi presagi, i suoi sogni, i suoi incubi sono piuttosto frequenti nel romanzo: dipingono un uomo ben consapevole della pericolosità degli ideali per cui combatte, in una lotta in cui è completamente solo, incompreso. Sarà la morte a consegnare la sua causa al popolo, con la sua morte il popolo capisce che la causa per cui Alekos combatteva era una causa giusta, che la fine di quelle battaglie è per tutti una sconfitta. Sarà il senso di colpa, la consapevolezza della propria mediocrità e la voglia di porle fine a mettere nelle mani del popolo greco la battaglia che Alekos Panagulis ha portato avanti per loro, senza di loro.

Consigliato a chi ama le storie d’amore in cui non è l’amore il protagonista.

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