
“Un Ferragosto” è un romanzo uscito a maggio 2025 con Camena edizioni scritto da Giovanni Follesa. Analizza, con sguardo indulgente, la gestione del potere politico dal punto di vista di chi lo detiene e di chi ne usufruisce.
Ringraziamo l’editore e l’ufficio stampa Otago per la copia cartacea in omaggio.
Trama di “Un Ferragosto”
Ufficio, sede della regione: il Presidente della Sardegna, durante il suo insediamento, già annusa la forza del Potere mentre solerti addetti al cerimoniale gli scodinzolano intorno. Esordisce così questo romanzo di Giovanni Follesa.
La sensazione che pervade il Presidente – protagonista del libro – è inebriante; lui che si è fatto strada nella vita manipolando con cinismo sentimenti, è pronto a rispettare le regole utili alla propria causa, magari celando il sangue freddo con sorrisi ammalianti. Siamo in una sorte di Corte di Re Sole, dove chi ha l’onore di essere ammesso farà di tutto per non perdere posizioni di prestigio e per non essere allontanato.
Passato un certo tempo dall’incarico, complice anche la crisi con la compagna, il Presidente azzarda un esperimento: nascondere la vera identità trasportando persone con Blablacar, cercando di capire cosa la gente comune pensi del suo operato. Manuel, Bastiano ed Ersilia e ovviamente l’autista – il Presidente – riuniti in una pittoresca, sgangherata comitiva, viaggiano insieme l’ultimo di questi giorni, in un torrido Ferragosto. Riuscirà il protagonista a sfuggire alle domande che potrebbero intaccare la mentita identità? Ma, soprattutto, le sue decisioni, dopo una giornata così subiranno un cambio di direzione?
Recensione
E’ un ritratto cinico della politica, delle sue maglie, del consenso servile di chi vuole ottenere vantaggi da chi il Potere lo detiene. Ma è anche una storia che mostra la possibilità di rigenerarsi. Il Presidente si presenta così com’è, con le sue limitatezze, tanto da meritare uno sguardo se non proprio benevolo, almeno non inflessibile. Dato che è evidente il lato fragile del protagonista, il lettore è pronto a sperare nell’eroe negativo, nella sua trasformazione. Anche i tre personaggi che usufruiscono del servizio di Blablacacar, con i loro mondi differenti, dentro le loro inquietudini, meritano sogni possibili.
Personalmente mi sono immersa nelle descrizioni ambientali, in quella che l’autore definisce “sarditudine”.
Ad esempio:
“strade di pietra inerpicate su colline mansuete, strade che sanno di lampone e lavanda.”
Oppure:
…attorno il deserto. Sole a picco, asfalto vischioso…La mia afa ha il tanfo di colla, quella che si appiccica alle dita e fila come sottiletta riscaldata, misto al profumo di carruba che a sua volta richiama la fragranza di umanità”.
E ancora:
“…sento ancora il profumo di eleganza dei palazzi, pallidi di cerone come la nobiltà dei tempi andati”.
L’autore mantiene la tensione e i dubbi fino all’epilogo, in una prosa asciutta, scorrevole, con una narrazione leggera, direi garbata, spezzettata da minimi episodi, dai frammenti di vita dei personaggi che lentamente lasceranno il segno nella vita del protagonista.