Treni che percorrono gli spazi siderali
Galaxy Express 999 (o meglio, Ginga Tetsudo 999) è una serie animata di 113 episodi. La Rai, però, ne ha trasmessi solo 51. Alcuni anni dopo, Italia 7 ha acquistato il cartone animato, dotando gli episodi inediti di un nuovo doppiaggio.
Il Galaxy Express del titolo è un treno che scorrazza per gli spazi siderali. La voce di un narratore fuori campo tratteggia in poche parole il contesto narrativo: Anno 2021. Il sistema dei trasporti spaziali ha ormai raggiunto uno sviluppo notevole. La rete ferroviaria interstellare si estende fino all’estremità della galassia. I treni spaziali fanno servizio tra la Terra e gli altri pianeti tutti i giorni.
Comincia tutto nella città di Megalopolis. Chi ha abbastanza soldi, può comprarsi un corpo meccanico, che permette di vivere in eterno. Quando si guasta qualcosa, infatti, basta procurarsi i pezzi di ricambio. L’unico problema è la testa: se parte quella, addio sogni di gloria e d’immortalità.
Tra i poveri che vivono nei sobborghi comincia a circolare una voce molto allettante: nella nebulosa di Andromeda c’è un pianeta sul quale si può scambiare il proprio corpo con uno meccanico senza spendere una ghinea. Per arrivarci, però, bisogna salire sul Galaxy Express 999. E il biglietto è più salato dell’acqua di mare.
Il protagonista, Masai, e sua madre (il padre ha già levato il disturbo) vanno verso la città per vedere di trovarne uno. Purtroppo la donna viene uccisa da un Duca Meccanico. Il figlio si salva grazie all’intervento di Maisha, una biondina pallida e longilinea, che indossa un vestito nero da russa. Sembra sapere molte cose. Compreso il desiderio del ragazzo di raggiungere Andromeda. Con mossa a sorpresa, gli regala un biglietto per il Galaxy – gratuito e valido per tutta la vita – e pone come unica condizione quella di portarla con sé. Figurarsi se il moccioso rifiuta. Prima di prendere il treno, però, si vendica: rintraccia il Duca che gli ha fatto fuori la mamma, e smantella lui e il relativo maniero. Fatto questo, torna a Megalopolis in tempo per la partenza.
Il Galaxy Express 999
Il Galaxy non ha un aspetto moderno e ipertecnologico, come gli altri treni. Sembra uno di quelli che si vedono nei film western. Però è gestito da un cervello elettronico. A bordo c’è una creatura che tutti chiamano Controllore (o Conduttore). Non si capisce di che sia fatto. Di lui si vedono solo gli occhi, bianchi. Il suo corpo sembra nero. O forse è invisibile. Chi lo sa.
Due parole sul severo regolamento. A ogni passeggero viene fornito un sacchetto pieno di monete d’oro. Il Galaxy sosta su ciascun pianeta per un giorno intero, la cui durata dipende dal periodo di rotazione (su Titano, tanto per fare un esempio, corrisponde a 16 giorni terrestri). Chi perde il biglietto, deve scendere alla prima fermata disponibile. Come sentenzia Maisha, infatti, «chi possiede materialmente il biglietto è un passeggero in piena regola». Chi, invece, ha la sfiga di perdere il treno, ci lascia le penne. Però non spiegano come, né perché.
Non è altrettanto rigoroso il rispetto delle leggi fisiche. Il treno viaggia su rotaie invisibili, e questo possiamo anche concederglielo. Ma non capiamo come mai non bruci per l’attrito ogni volta che entra a contatto con l’atmosfera dei mondi su cui effettua la fermata. Senza contare che in più di un’occasione Masai tiene il braccio fuori del finestrino. Eppure nello spazio non c’è aria.
Le leggi della Serialità voglion che in ciascun episodio Masai e Maisha scendano su un diverso pianeta. Il che significa nuovi incontri e nuove avventure, nelle quali il protagonista finisce sempre per essere coinvolto. Le storie raccontate sono strazianti, tragiche e malinconiche. Il lieto fine è merce assai rara. Conosciamo uomini e donne che nella maggior parte dei casi muoiono senza essere riusciti a realizzare i propri sogni. Non mancano gli innamorati la cui relazione finisce nel peggiore dei modi. E molti cercano di rubare il biglietto a Masai. Per loro il 999 costituisce l’ultima (e unica) possibilità di lasciarsi alle spalle una vita che non li soddisfa più e costruirsene una nuova di zecca. Sono disposti a tutto, pur di andarsene. Terminata la sosta – che a volte dura anche due e perfino tre episodi – la coppia riparte, mentre la voce narrante riassume la filosofica “morale della favola”.
Molti dei personaggi incontrati da Masai – fra parentesi: si registrano anche due guest star d’eccezione: Esmeralda (qui chiamata con il nome originario, Emeralda), il pirata donna amata da Toshiro, l’amico fraterno di Capitan Harlock, (episodio 24), e Capitan Harlock stesso (episodi 79-81) – cercano di convincerlo a non procurarsi un corpo meccanico: in fondo non è poi quella gran cosa che sembra. La stessa Maisha afferma: «Avere un corpo meccanico significa prolungare l’agonia e la disperazione». A lui cominciano a venire dei dubbi. Vorrebbe vivere in eterno e aiutare coloro che soffrono, ma si chiede: «Mi domando se possedere un corpo meccanico sia davvero meraviglioso come tutti credono». Le sue perplessità derivano da una semplice constatazione: sulla Terra gli uomini meccanici disprezzano gli esseri umani. Li perseguitano e li trattano come creature inferiori.
Anche in questa serie c’è il solito mistero da risolvere. Riguarda Maisha. In lei c’è molto più di quel che sembra. Intanto, non è per nulla indifesa: possiede una pistola, una frusta e un anello lanciaraggi. Un personaggio molto potente, inoltre, butta lì una frase enigmatica ma non troppo: «Chiunque tenti di avere un dominio nello spazio, non può non conoscere il tuo nome, Maisha…». La ragazza conosce tutti – ma proprio tutti – i pianeti sui quali ferma il Galaxy. Di se stessa dice con amarezza: «Viaggio solo nella direzione del mio destino. E non posso nemmeno morire…». Giusto per ingarbugliare un po’ la situazione, ogni tanto discute con una voce maschile, da lei chiamata “padre”, che proviene dalla sua valigia e le ricorda la sua missione: portare Masai a destinazione. Ma è davvero così? Contribuisce lei stessa ad alimentare le incertezze del ragazzino, prima chiedendogli se è davvero sicuro di quel che sta facendo, e poi addirittura proponendogli di rinunciare a tutto e fermarsi per sempre con lei su uno dei mondi visitati.
Il capolinea del Galaxy
Gli ultimi due episodi sono gremiti di Rivelazioni. Masai arriva finalmente su Promemume, capolinea del Galaxy, il mondo dove si dice regalino i corpi meccanici e che si trova vicino a un buco nero. Il protagonista scopre che, oltre ad avere un corpo meccanico (ripensandoci, la cosa si intuisce fin dal secondo episodio), Maisha è la figlia della crudele regina Promesium. Costei è stata una madre dolce e affettuosa, finché non le è saltato il ticchio di creare l’Impero degli Uomini Meccanici allo scopo di conquistare l’universo intero. E il marito? Be’, lui è la voce che proveniva dalla valigia della ragazza. Ha trasferito la sua anima, o quel che sia, in un ciondolo, e intende mandare all’aria i piani della consorte.
Masai deve decidere: lo vuole, ‘sto accidenti di corpo meccanico, o no? Perché in caso contrario, Maisha deve cercare un altro e portarlo su Promemume. Per creare il suo impero, infatti, alla Regina servono cervelli appartenenti a giovani coraggiosi. Quando il protagonista finalmente rifiuta, la donna va su tutte le furie. Ordina di uccidere figlia e ragazzino, ma il marito si sacrifica per impedirlo e lei stessa muore in un’esplosione. Dopo di che, Promemume finisce diritto nel buco nero.
L’ultimo episodio di Galaxy Express 999 è malinconico, perfettamente in linea con l’atmosfera generale della serie. Masai agisce come una sorta di catalizzatore: è da lui che Maisha trae la forza per opporsi alla madre. Gli confessa che veste di nero per ricordare la sua infanzia, uccisa proprio da Promesium, in preda alla sua sfrenata ambizione. Le strade dei due si dividono. Lui torna sulla Terra, e vede la sua ex compagna di viaggio su un altro treno con un altro ragazzo. L’addio è delegato a una lettera: Adesso sto cominciando un nuovo viaggio in compagnia di un altro ragazzo che ha bisogno di me quanto ne avevi tu tanto tempo fa. Noi non ci vedremo mai più, però io conserverò sempre un ricordo splendido di te.
Un viaggio interiore
Galaxy Express 999 è privo di spensieratezza. Gronda sofferenza da ogni episodio. I momenti spensierati sono ben pochi. Ma la cosa fondamentale è rilevare come il viaggio a bordo del Galaxy non sia fisico, bensì interiore. Rappresenta la transizione dalla giovinezza all’età adulta. Ogni mondo visitato simboleggia una particolare condizione umana (vedi, ad esempio, il Pianeta della Rabbia Violenta). Viaggiando, Masai può accumulare esperienza: più cose vede, più conoscenza acquisisce. Soltanto così è in grado di capire cosa desidera realmente. Sostituire il proprio corpo con un involucro meccanico significa accettare un’immortalità statica. In questo modo si giocherebbe la possibilità di crescere: non potrebbe cambiare, né evolversi.
Alla fine non realizza il proprio sogno, ma torna sulla Terra più saggio, più maturo, più esperto. Grazie anche al suo Virgilio personale, Maisha. Anche lei c’ha la sua brava ragion d’essere: Nel grande meccanismo dell’universo, ognuno di noi ha un compito ben preciso che deve svolgere con amore e attenzione, anche se quel compito è semplice e modesto. Siamo tutti parte del Tutto, insomma.
La verità è che il Galaxy non arriva realmente su Promemume. Ha ragione il suo creatore Leiji Matsumoto (che è poi il papà di Capitan Harlock, indicato nei titoli di testa come Reiji Matsumoto) quando dice: «Il treno non raggiunge la destinazione perché non si possono porre limiti ai sogni».
Se lo facessimo, non si chiamerebbero più sogni.