“Una notte di primavera” (NeP Edizioni, in commercio dal 30 novembre 2023, 73 pagine) è una raccolta di sei racconti a firma Maurizio Persiani, giornalista professionista, autore prolifico e versatile, il primo a essere pubblicato da NeP una quindicina di anni fa. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.
Trama di Una notte di primavera
Vi presento una visione d’insieme, che senso avrebbe riassumerli singolarmente? L’ ambientazione cambia ad ogni racconto.
Ora l’autore ci conduce in mezzo a paesaggi montani e boschivi che hanno la sacralità di un tempio, invitano al raccoglimento, sembrano svelare arcani segreti solo a chi è pronto ad accoglierli. Ora è un’officina a fare da sfondo agli sfoghi di un marito umiliato; un locale alla buona dove basta una fisarmonica a far festa, l’intimità di una camera da letto o una tomba, un complesso fieristico destinato all’editoria in cui inseguire un sogno.
Recensione
È possibile ravvisare alcuni leitmotiv in questa raccolta ispirata a fatti realmente accaduti: il dovere di preservare l’incantesimo tra l’uomo e la natura, sempre più violata dalla civiltà, l’importanza del legame con le proprie origini per mantenere vivo il senso di appartenenza, la soddisfazione di coltivare sogni grandi e piccoli, la riflessione sullo scorrere del tempo. Un ruolo centrale è assegnato all’amore.
L’amore è l’aspetto più alto della magia, è la forza più potente che possediamo, un rito atavico che celebriamo per arricchire la nostra vita.
Variamente declinato nella concretezza del momento, della vita e della Storia, ha i colori pudichi di un sentimento che sboccia, quelli forti a saldare vecchi e giovani, quelli accesi della passione e le tonalità livide di una separazione che chiede vendetta.
È la struttura a rendere più incisivi alcuni racconti laddove Maurizio Persiani, che ha dimestichezza anche con il noir, inserisce un po’ di suspense. In questo caso la vicenda, impreziosita da una mini narrazione a incastro, ci porta lontano nel tempo e nello spazio (Lo zio d’America), negli anni bui del nostro Novecento (Il cipresso che non c’è più), in un passato recente rievocato con nostalgia (Ofelia). Oppure è un fulmen in clausola a spiazzare il nostro orizzonte d’attesa (La chiave inglese). Elegante la scrittura che dà il meglio nelle descrizioni paesaggistiche fatte di silenzi, fruscii, netti i colori. Una piacevole lettura.