“L’enigma del fante di cuori”- Alessandra Ruspoli e Patrizia Debicke


Voto: 5 stelle / 5

Nome in codice “Fanti”. Quattro congiurati sotto copertura sono disposti a tutto per far salire al trono il loro sovrano. A corte dissimulano l’inganno per appoggiare il pretendente cattolico contro il legittimo sovrano inglese. È il canovaccio di “L’enigma del fante di cuori”, il romanzo storico scritto a quattro mani da Patrizia Debicke e Alessandra Ruspoli (AliRibelli Edizioni 2025, 360p.).

Il romanzo mette d’accordo storia e invenzione, anime romantiche e avventurose, patiti di gialli e feuilleton. Vi piacerà.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Di Patrizia Debicke abbiamo recensito “Figlia di re. Un matrimonio per l’Italia“.

Un passo indietro

Quando Anna Stuart, regina di Inghilterra, Scozia, Irlanda, si spense nel 1714 in assenza di eredi diretti, fu chiamato a succederle Giorgio di Hannover con il nome di Giorgio I. Una legge precedentemente approvata dal Parlamento escludeva tutti i discendenti cattolici degli Stuart, designando al loro posto i principi protestanti di Hannover. Il passaggio della corona britannica alla casata tedesca, tuttora in carica, rinfocolò le rivendicazioni dei Giacobiti che sostennero a più riprese il legittimismo degli Stuart.

Trama di L’enigma del fante di cuori

Da sempre i sovrani interrogano gli astri per prendere decisioni importanti o interpretare il futuro. Ed è probabile che l’eclissi solare del 3 maggio 1715, detta di Halley dall’astrologo che la predisse, fosse considerata di buon auspicio da Giorgio I al trono da poco. Anche perché sembra che questo sovrano straniero avesse proprio bisogno del favore delle stelle per governare un Paese che non considerò mai suo.

Mastica poco l’inglese. Lo capisce ancor meno. È così interessato al gentil sesso da affidare le redini al Walpole, il primo ministro a capo dei whigs. Su di lui incombe la spada di Damocle di un complotto giacobita sostenuto a vario titolo da tories, Francia e Spagna. Il riferimento all’insurrezione guidata dal Conte di Mar è esplicito. Questo dice la Storia, che incontra la fiction quando le autrici fanno entrare a gamba tesa quattro doppiogiochisti leali agli Stuart:

I più importanti sostenitori inglesi del pretendente giacobita si servono di nomi convenzionali legati alle carte da gioco. Si fanno chiamare Fanti, Jacks.

Agiscono sottotraccia come cellule dormienti. Stanno orchestrando una ribellione per rovesciare lo statu quo grazie a una rete di fiancheggiatori, infiltrata anche a Parigi, formata da scozzesi patriottici e britannici disaffezionati. Al braccio destro di Giorgio I, Lord Donagall, spetta l’onore e l’onere di sventare la congiura, garantire l’incolumità del re e individuare l’identità del Fante di Picche e del Fante di Cuori, i più pericolosi e subdoli. Questo filone spionistico-investigativo riconducibile a Lord Donagall e alla sua squadra si intreccia con le peripezie coniugali della giovane sposa Audra e di una seconda coppia che naviga in cattive acque sentimentali. Tenere in piedi un matrimonio è un’impresa. E imparare ad abitare la vita in due non è forse un’avventura?

Recensione

Una pagina di storia inglese, sconosciuta al grande pubblico, diventa lo sfondo di un romanzo appassionante e documentato. Perché se i cinefili ricordano la regina Anna, la donna fragile e capricciosa deformata dal cinismo di Lanthimos nel film “La favorita”, in pochi conoscono il successore Giorgio I e la dinamica della sua ascesa al trono. Lo scenario ideale per intrighi, acrobazie spionistiche e diplomatiche in uno scacchiere politico complesso. La fede religiosa è diventata potere o minaccia ad esso. I rapporti di forza cambiano perché il primo Settecento segna la battuta d’arresto dell’espansionismo francese e la crisi della Spagna. Nel frattempo in forza dello slancio capitalistico, l’Inghilterra detiene il primato sui mari e si prepara alla prima rivoluzione industriale.

In un ordito a più fili, “L’enigma del fante di cuori” rilegge il romanzo di cappa e spada perché i cattivi sono quattro antimoschettieri, senza perdere di vista la coerenza storica e psicologica. Un turbillon d’arme, d’amore, di audaci imprese direbbe Ariosto: inseguimenti, agguati, delitti, avventure galanti e innamoramenti consoni alla mentalità dell’epoca.

Sul fronte di Cupido, la parola d’ordine sembra la misura. L’amore si fa gioco o impegno: la passione fatale non appartiene al Secolo dei Lumi. Ora è civetteria o seduzione libertina. Ora è amore sponsale che opta per il buon senso, in nome di quel pragmatismo che invita le mogli a sorvolare sull’adulterio del coniuge. Varrà anche il contrario?

My fair lady

La coprotagonista Lady Audra Donagall incanta con la grazia, la categoria estetica che si impone tra Sei e Settecento. Lo suggeriscono i gesti, l’incedere, l’abbigliamento. Eccola nel giorno più bello:

Sorrideva. Alcune ciocche dei suoi splendidi capelli biondi, intrecciate e fermate da nastri verdi e oro come le coccarde dello sposo, creavano un’elaborata acconciatura completata da una coroncina di rose e andavano a ricadere sopra gli altri, lasciati sciolti sulla schiena. La sua veste, in broccato bianco lavorato, era drappeggiata armoniosamente sulle sue spalle e alle maniche. La gonna era ricamata in oro

Pur essendo un personaggio immaginario, alcuni tratti ricordano Maria Clotilde di Savoia cui Patrizia Debicke ha dedicato un’intensa monografia. Spose giovanissime, il cuore sopraffatto da un sentimento che sboccia, una sensualità reticente e un corpo pronto ad apprendere la grammatica dell’amore. Si battono per proteggere i loro affetti con spirito di iniziativa e determinazione, senza forzature pseudofemministe.

Il dinamismo di capitoli brevi, continui cambi di set e montaggi paralleli si alterna alle pause del monologo interiore che, riassumendo fatti e pensieri, mostra dall’interno una trama caleidoscopica. Il romanzo restituisce un affresco suggestivo modellato sul Rococò e la pittura di genere che dalla perfida Albione si sposta fino alla Reggia di Versailles dove il Re Sole è alle prese con gli acciacchi dell’età.

Davanti ai nostri occhi prendono corpo scene di vita mondana e spaccati aristocratici. Cerimonie, balli, corteggiamenti, sortite galanti, parentesi campestri; un gruppo di famiglia in un interno riccamente addobbato per le feste natalizie. Sbirciamo nelle alcove. Ci avventuriamo in locande fumose, stazioni di posta, nei vicoli malfamati di Londra. Una città affollata e indaffarata, in crescita edilizia ed economica dove il sole si concede a fatica. Le nuvole di Constable si addensano già.

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