“Aurora nel buio” è il primo thriller di Barbara Baraldi a presentarci la figura del vice ispettore Aurora Salviati, profiler di polizia. Pubblicato nel 2017 da Giunti, è ambientato in un tranquillo paesino nella bassa Emilia. Uno di quei paesi in cui non succede mai niente. Avete presente?
Trama di Aurora nel buio
Un paese in cui non succede mai niente. Peccato che Aurora Salviati, appena trasferita dopo 18 mesi di aspettativa e di cure psichiatriche, ancora prima di raggiungere la stazione di polizia si imbatta nella scena di un crimine efferato. Un omicidio truce, con chiodi e tanto sangue, è stato commesso in una villa.
I sospetti convergono sul marito della vittima, ma Aurora non si ferma alla superficie. Il suo istinto la porta oltre, nonostante i fantasmi del suo passato si mettano di mezzo.
Recensione
Mi sono sentita sollevata nel trovare una penna snella e un intreccio convincente. Ho potuto constatare che nei thriller il rischio stereotipia nei personaggi e nel linguaggio è altissimo. In “Aurora nel buio” per fortuna la scrittura viene preservata da una buona scorrevolezza e dalla dignità di un’autrice che pone molta cura nelle parole.
Una caratteristica di questo thriller è che il confine tra la realtà e le proiezioni della mente si fa sempre più labile mano a mano che si procede nella narrazione, e il lettore, assetato di verità, macina pagine.
Ho trovato molto interessante googlare per approfondire l’esistenza di pratiche anomale di sepoltura esistite qui nella nostra fiorente Italia.
L’audiolibro
L’unico neo è che questo libro l’ho ascoltato. In un anno di appassionato legame con Audible è la prima volta che la lettrice è stata in grado di farmi soffrire. Finora sono sempre riuscita ad andare oltre la qualità della lettura. Mi sono perfino abituata alla cantilena di Paolo Nori mentre legge il proprio libro.
Nel caso di “Aurora nel buio”, invece, il ricorrere un po’ ai medesimi tre registri, a rotazione, a volte a casaccio, e l’abitudine della lettrice a non staccare sempre le voci dei personaggi dal narrato (es. “Tutto a posto?”, chiese Bruno?) mi hanno messa a dura prova fino alla fine.
Ho cercato con tutte le mie forze di separare quello che ascoltavo dal giudizio che il mio cervello era tentato di formulare.
La conclusione è stata, per fortuna, a favore della Baraldi: nonostante l’invadenza dell’audiolettura, la storia mi ha tenuta concentrata e la scrittura mi ha consolato. Sono riuscita anche a sorvolare sulla parentesi rosa, apparentemente immancabile nei romanzi di tensione (ma mi chiedo perché)
Ho letto “Aurora nel buio” perché è stato scelto dal gruppo di lettura del Book Club Italia come condivisa di agosto.