Una carezza sul cuore. Un’emozione intensa. Questo e molto altro è ciò che si prova leggendo le pagine di questo straordinario romanzo “Cadrò, sognando di volare” di Fabio Genovesi (Mondadori 2021). E’ la storia di un’impresa storica. E’ la storia di tante piccole imprese che sembrano impossibili e invece, inaspettatamente, riescono a sorprenderci.
Di Fabio Genovesi abbiamo recensito anche “Oro puro” e “Il mare dove non si tocca“.
Trama di Cadrò, sognando di volare
Estate 1998. Quando sei iscritto ad una facoltà che non ti piace, conduci una vita priva di passioni ed hai rinunciato persino ad ascoltare le canzoni preferite della tua adolescenza, una vacanza a Siviglia sembra la soluzione ideale per respirare aria di libertà. Ma il destino ama stravolgere i programmi e la valigia che Fabio ha già preparato compirà un viaggio del tutto inaspettato. Il giovane ha appena ricevuto una cartolina dal distretto militare con le indicazioni per l’inizio del servizio civile. Con quella stessa valigia e con un bagaglio di sogni infranti, Fabio si ritroverà in cima agli Appennini, in una casa di riposo per preti!
Intorno a lui una serie di personaggi caratteristici e quasi surreali: Don Mauro, custode e tuttofare del convento, la signora Flora e sua figlia Gina che, nella sua realtà alternativa, crede di essere una gallina, ed infine il rude Don Basagni, direttore di una struttura ormai abbandonata che, dopo una vita trascorsa nelle missioni di tutto il mondo, ha scelto di allontanarsi da tutto e da tutti in volontario esilio nella semioscurità della sua stanza. Dopo il primo impatto sconcertante con la nuova realtà, Fabio affronterà la solitudine e la noia di questi posti con spirito diverso giorno dopo giorno. Unica vera compagna di questa nuova avventura sarà la passione per il ciclismo e per le imprese di Marco Pantani, che fanno da sfondo all’intero romanzo.
Giro d’Italia, Tour de France… Un sogno che sembrava impossibile sta per realizzarsi nel cuore e nelle gambe di un giovane ciclista ardito e tenace che conquisterà l’Italia intera in quel lontano 1998 e con lei i cuori di Fabio e Don Basagni, uniti dalla stessa passione. Possibile e impossibile si sfiorano, l’irrazionale diventa sempre più concreto, i limiti si dissolvono e le loro vite cambieranno per sempre.
“Tra il possibile e l’impossibile c’è un confine sottile e finto, tracciato da noi stessi come quelli tra i paesi, righe sulla terra e nella testa che diventano sbarre della prigione dove ci chiudiamo da soli.”
Recensione
Non è necessario essere appassionati di ciclismo per amare questo romanzo! Fabio Genovesi, con la sua penna travolgente e commovente, riesce a tenere incollato il lettore, che soffre, sorride e gioisce ad ogni pagina. Con uno stile fresco, accattivante e coinvolgente, tra un sorriso e una lacrima, l’autore ci riporta a quell’estate magica del 1998 e, attraverso la storia di Fabio, riviviamo l’intensità di emozioni lontane. Immagini e sensazioni si alternano: da una parte gli slanci e gli ardori di Pantani, dall’altra l’immobilità e l’apparente apatia di Fabio e Don Basagni, con i loro giorni tutti uguali, privi di luce e di speranza. Tutti i personaggi sono finemente tratteggiati, ognuno ha la sua storia, ognuno di loro risulta intrappolato in una vita che non è la propria.
C’è chi si trova perfettamente a suo agio in questa nuova realtà, come la piccola Gina, c’è chi l’ha scelta e costruita volontariamente, come Don Basagni, ed infine c’è chi si è trovato ingabbiato suo malgrado in una prigione dorata, senza sapere nemmeno perché, come il giovane Fabio. Ma, come ricorda il nostro autore,
“ogni tanto, all’improvviso, arriva una piena di emozione, una scarica portentosa e irresistibile ci solleva e ci scaraventa di là, dove pascolano i sogni, spazzando via regole, abitudini, piani, previsioni.”
Non è facile affrontare le nuove sfide che ci riserva la sorte, a volte si è destinati anche a cadere più e più volte. Sognando di volare.
Consigliato agli sportivi ed ai sedentari, ai coraggiosi ed agli insicuri, ai sognatori con la testa tra le nuvole ed agli equilibrati con i piedi ben piantati a terra, ma che vivono con un pizzico di follia nell’animo.