“Disturbo della quiete pubblica” – Richard Yates

Trama di Disturbo della quiete pubblica


Voto: / 5

John Wilder è un trentacinquenne sposato con un figlio e vende spazi pubblicitari su una famosa rivista americana degli anni ‘60, siamo perciò nell’epoca Kennedy. Una sera, tornando da Chicago, chiama la moglie annunciandole di non voler far ritorno a casa. Sentendolo alterato, la donna chiama un loro amico perché cerchi di farlo ragionare. In preda ai fumi dell’alcol e sopraffatto dalla sua insoddisfazione personale, Wilder dà di matto.

 

Recensione

“Disturbo della quiete pubblica” comincia dall’abisso: John Wilder viene internato in un reparto psichiatrico di un grande ospedale di NY per aver disturbato la quiete pubblica. E noi siamo trascinati a fondo con lui, girovaghiamo tra psicopatici aggressivi, bugiardi, mitomani. Siamo nella lucida confusione della mente di un uomo che ha seri problemi con l’alcool, che è cresciuto fuggendo dalla realtà in bilico tra la sua follia e il suo ritenersi interessante. 

Poi Yates ci fa risalire lentamente facendoci conoscere un perfetto antieroe, col potere di “trovare l’ordine nel caos”, o almeno così crede. Un personaggio grigio-nero, distruttivo e autolesionista che all’inizio si può un pochino odiare, ma che poi si finisce per capire e amare.

Della luccicante America dell’amato JFK, dove tutto sembra perfetto e il successo a portata di mano, ci viene mostrato il lato opaco, quello dei perdenti, dei frustrati, dei sognatori calpestati. La penna di Yates è un bisturi che dissezione l’anima e la mente martoriate di Wilder, in lotta coi problemi quotidiani che lo spingono fino al punto di rottura e noi – un po’  voyeur – stiamo a guardarlo mentre si rompe, mentre la sua mente si frantuma, la realtà sfuma e si trasforma di nuovo in caos. 

Un romanzo che nel finale è un pugno allo stomaco, che fa accelerare i battiti in maniera progressiva e ti fa dire “eh, hanno ragione: questo era proprio bravo!”.

Chiara Carnio

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