A marzo 2024 è sbarcato in libreria il giallo storico “Février e gli orfanelli” di Simonetta Ronco. Si tratta del quinto episodio della serie dedicata al pianista investigatore Audémars Février (La Bussola Editore, 100 pp.). Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.
Trama di Février e gli orfanelli
Ottobre 1925. Il Maestro Février, pianista di fama europea, sa destreggiarsi anche con le parole però di fronte ad Angelique Brévert per poco non rimane senza fiato.
Questa docente di filosofia elegante e dalla bellezza gioiosa sembra la candidata ideale come direttrice di una nuova scuola per ragazze bisognose da fondare a Blessy. L’idea è del marchese di Panassac, lui ha ricevuto l’incarico di selezionare il personale e Angelique è la prima che incontra.
In realtà il protagonista è tornato in questo paese della Francia settentrionale, epicentro della serie, per condurre a buon fine una ricerca diversa, ma altrettanto filantropica: rintracciare un bambino abbandonato dalla madre di cui da decenni si sono perse le tracce. E’ l’erede della più importante famiglia locale. Poco dopo, a seguito di sinistre circostanze, Février si trova invischiato in un guazzabuglio che metterà alla prova il suo fiuto investigativo.
Una serial killer evasa dal carcere tiene in scacco gli inquirenti. Un animale misterioso semina terrore e morte tra la popolazione del piccolo centro con un insolito modus operandi perché “Compare ma non uccide, sono gli altri che muoiono uccidendosi o morendo di spavento.” Urge risolvere il caso per evitare una carneficina e il dietrofront dei finanziatori del progetto scolastico.
In sole 100 pagine si svolge una vicenda complessa con numerosi personaggi tra cui un nucleo fidelizzato. Forse un po’ troppo complicata rispetto alla brevità del romanzo dove si intrecciano la ricerca del trovatello, della creatura demoniaca dagli occhi di brace secondo la vox populi e della pericolosa assassina, una lady vendetta che sembra avere un conto in sospeso con il protagonista. Il finale spiana la strada a un nuovo episodio.
Recensione
Il grosso cane nero incarnazione del Male e lo scontro tra superstizione popolare e ratio investigativa omaggiano “Il mastino dei Baskerville” di Arthur Conan Doyle, citato dallo stesso Février. Le analogie si fermano qui. Le atmosfere gotiche restano una dichiarazione di intenti oppure le rare pennellate ambientali e paesaggistiche non consentono di intercettarle. Alcune informazioni sui personaggi ricorrenti, quelle che generalmente permettono di inquadrarli anche senza conoscere gli altri episodi di una serie, sono frammentarie. Così più di un punto rimane in sospeso raffreddando il coinvolgimento del lettore.
Simonetta Ronco (avvocato, docente universitaria, giornalista) è autrice di testi scientifici, didattici, articoli su riviste specializzate e testate nazionali, romanzi e monografie. Alterna con disinvoltura saggi quali “Salvataggio e risanamento dell’impresa. Strumenti a confronto” o “Le nuove sfide dell’agroalimentare. Famiglia e agrifood” e la biografia di Giuseppe Mazzini o Cristina di Borbone. Chissà quanto si è divertita ad architettare intrighi, uccisioni, pedinamenti, travestimenti, agnizioni in questo giallo classico deduttivo da apprezzare come semplice divertissement.