“Doc. Nelle tue mani” – Pierdante Piccioni e Pierangelo Sapegno


Voto: 5 stelle / 5

“Doc. Nelle tue mani” (Mondadori 2022) è il nuovo romanzo di Pierdante Piccioni e Pierangelo Sapegno, che fa seguito a “Meno dodici” (2016), da cui ha avuto origine la fortunata serie “DOC” con Luca Argentero.

Alla stesura di “Doc. Nelle tue mani” hanno partecipato anche gli sceneggiatori Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Ringraziamo la casa editrice e “Squilibri – Festival delle narrazioni” per la copia cartacea omaggio.

Trama di Doc. Nelle tue mani

La prima ondata di Covid è terminata e nell’ospedale del dottore Andrea Fanti si fanno i conti con quello che non ha funzionato durante l’emergenza, quello che poteva funzionare meglio e quello che dovrà cambiare. Soprattutto, vengono ridistribuiti incarichi e il posto di primario del protagonista è in bilico.

Da una parte, l’incidente che gli ha cancellato dalla memoria dodici anni di vita mina anche la sua carriera; dall’altra, scatta un’inchiesta su una morte poco chiara in reparto.

Il personaggio di Andrea Fanti è ispirato al suo autore, Pierdante Piccioni, che davvero ha fronteggiato l’emergenza Covid nell’ospedale di Lodi e davvero ha dovuto ricostruirsi una vita dopo l’incidente che nel 2013 gli ha tolto la memoria.

Recensione

L’aspetto che più mi ha colpito di “Doc. Nelle tue mani” sono le scelte a monte. La serie è la serie, il libro è il libro: leggere il romanzo non è guardare la serie. Gran parte della storia è concentrata sulle dinamiche tra i membri dell’equipe, più che sui casi clinici che capitano in ospedale. Conosciamo molto da vicino il dottore Andrea Fanti e soprattutto i legami tra i personaggi. Vengono approfonditi i vissuti, i sensi di colpa, le rivalità.

“Forse l’inferno è finito?”, ha sospirato Doc.

Ma l’inferno non è una cosa che finisce, gli ha spiegato lei. È un luogo di purificazione, dove bisogna buttare via l’immondizia. È un posto dove tu ti sei condannato. Tu. Non gli altri.

Questo è un romanzo sulle seconde possibilità. Perdere dodici anni di passato significa perdere una parte di futuro. Un genitore che non ha vissuto l’adolescenza dei propri figli non è cresciuto insieme a loro; un medico che ha dimenticato l’esperienza sul campo è un medico incompleto. Da dove si può ricominciare?

Sono molte le riflessioni che scaturiscono da questo romanzo. Inoltre lo stile è molto scorrevole, con qualche frase fatta presa dall’italiano parlato ma con una piacevole consistenza letteraria. La storia procede fluida ed è attenta a non dare niente per scontato: è perfettamente fruibile anche da chi, magari, non segue la serie.

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