“Due settimane in settembre” – Robert Cedric Sheriff


Voto: 4 stelle / 5

Due settimane in settembre” di Robert Cedric Sheriff apparve per la prima volta nel 1931. Riscoperto dal premio Nobel Kazuo Ishiguro, è stato pubblicato nel 2022 da Fazi Editore. E’ una storia comune, di una famiglia comune durante i preparativi e l’annuale vacanza al mare, nel West Sussex.

Trama di Due settimane in settembre

La famiglia Stevens – marito, moglie e tre figli – come ogni anno, durante il mese di settembre si sposta dalla periferia londinese per trascorrere due settimane a Bognor, alla pensione Vistamare. Nulla di rilevante accade e, d’altra parte, nessuno dei componenti si aspetta capiti qualcosa di diverso da quello che la vacanza prospettava, e offriva, gli anni passati. Anzi, si spera di ritrovare consuetudini già sperimentate. Abitudinari e metodici gli Stevens, con la lista di ciò che si porta e ciò che si lascia: chiudere alle spalle ufficio, casa, partire verso la pensioncina ogni anno più decadente dove gli inconvenienti, dovuti ad una stanca gestione e alla mancata manutenzione, aumentano. Ma non è della famiglia Stevens dar peso a queste banalità. Ci sono grandi manovre per gli attesissimi giorni di settembre, immaginati al dettaglio, in modo maniacale, ancor prima di essere vissuti. Insieme alle inquietudini, ci sono soprattutto le aspettative e le speranze di chi ripone in due settimane la fiducia della vita.

Evidentemente nelle vene degli Stevens doveva scorrere il sangue di una lontana stirpe di marinai: la stirpe di un vecchio mercante che sapeva che il mare significa libertà, che lo amava per la sua purezza, per la gentilezza e la forza. Perché il signor Stevens e i suoi figli amavano il mare in tutti i suoi stati d’animo. Lo amavano durante la marea calante, mormorando nel sonno e quando si svegliava e, increspandosi, invadeva le sabbie, al culmine dell’alta marea, quando sciabordava pigramente contro i ciottoli. In questo ambiente ognuno riepiloga in solitudine i mesi trascorsi, si ricarica, i figli più grandi riflettono sulle loro scelte, il più piccolo si gode pienamente ogni minuto.

Recensione

Personaggi dalle modeste ambizioni, una cronaca familiare senza pretese, nel resoconto di una quindicina di giorni, nella bellezza della normalità. Con i momenti malinconici, di allegria, di riflessione, di gente comunissima.
Più che l’evolversi di una trama, ciò che risalta in questo libro è lo stile. L’autore si avvale di un linguaggio pulito e rigoroso, dove le emozioni, le fissazioni e le fragilità balzano chiare. Si avverte il rigore con cui sono tratteggiati i personaggi. Fanno sorridere i dettagli, le liste di cose da fare, la presenza costante del signor Stevens, le relazioni familiari dove il taciuto parla più dell’esplicito. Si sorride forse anche perché ritroviamo noi stessi in quanto, tanto o poco, abbiamo bisogno del controllo delle azioni nel nostro quotidiano. E, come per gli Stevens, è confortante avere la sensazione di una casa che ti richiami, nell’attesa della prossima vacanza.

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