“Gridalo” – Roberto Saviano


Voto: 5 stelle / 5

Nel suo nuovo libro “Gridalo” (Bompiani 2020), il giornalista e scrittore Roberto Saviano raccoglie tanti destini in una grande avventura che vede protagonisti tutti noi: la nostra libertà di pensiero e di espressione. Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio.

Trama di Gridalo

Storie che tolgono pace, che disturbano il fluido scorrere di una giornata ordinata e ordinaria in un angolo di mondo in cui non c’è tempo di rendersi conto che ci sono luoghi di quello stesso mondo in cui l’ordinarietà è morire per un’idea, per un credo, per l’appartenenza al gruppo sbagliato.

“Per vivere privati della libertà ci vogliono teste annoiate, cuori spenti e orizzonti muti.”

In “Gridalo” troviamo giornalisti uccisi per aver svolto bene il proprio lavoro, per aver portato a galla verità da lasciare sommerse, per aver acceso una luce sulle ombre dei regimi. Un uomo di fede che mette in dubbio i dogmi, un lavoratore schiacciato dalla legge del massimo profitto, un genocidio orchestrato a tavolino per scaricare responsabilità su chi non ne aveva nessuna. La manipolazione delle informazioni, la violazione della privacy e i tentativi di delegittimazione sociale ai tempi del web e non solo.

Recensione

“Gridalo” è la storia di tante storie. Quella di un uomo che parla al ragazzo che è stato, di uno scrittore che parla al lettore che ha di fronte mentre ascolta le sue parole per “portarlo al punto in cui starà a lui perdersi”.

Ed è proprio così che che va a finire. Saviano ci racconta delle storie che ci conducono al limite della nostra indignazione, quello in cui essa cessa di essere soltanto incapacità di produrre parole mentre l’immaginazione elabora la scena appena letta.

Ci ritroviamo a un bivio in cui dobbiamo decidere che direzione prendere. Il nostro biasimo può rimanere sterile oppure concepire la consapevolezza che di questo mondo in cui i diritti umani vengono continuamente calpestati facciamo parte anche noi e dobbiamo esserne più che spettatori. I nostri silenzi complici devono diventare grida di ribellione per ogni diritto leso, per ogni ingiustizia compiuta.

Le grida di Anna Politkovskaja, quelle di Daphne Caruana Galizia, di Giordano Bruno, di Martin Luther King ci danno un’amara lezione. Ci insegnano quanto l’eco arrivi più forte del grido stesso; che morire per una causa le restituisce tutta la sua importanza. Che la morte lava via tutto il fango buttato addosso e riporta al centro della scena il grido, non il gridatore.

Consigliato a chi non si sazia mai di domande

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