Avete mai sentito parlare di Louisa May Alcott? Benissimo. La conoscete solo per i libri di Piccole Donne? Niente di più sbagliato. Questa raccolta di racconti, dal titolo Horrida, è un esempio perfetto. Consigliato a chi ama Louisa May Alcott e vorrebbe vederla sotto una luce diversa.
Trama di Horrida
Horrida contiene cinque brevi racconti, aventi come denominatore comune i lati più oscuri e spesso sordidi della natura umana. Veleni, intrighi, complotti, dipendenza da sostanze stupefacenti, tutti temi che andavano per la maggiore nel 1800, ma che non erano considerati argomenti adatti ad una donna.
Il primo racconto, Il fantasma dell’abate o la tentazione di Maurice Treherne, è una storia in cui passione e segreti di famiglia si fondono con lo sfondo di un castello stregato, o presunto tale. Ritroviamo qui il prototipo della giovane fanciulla innocente, proprio sullo stile delle protagoniste di Piccole Donne, Octavia: ma gli altri personaggi sono tutt’altro che innocenti. Anche nel secondo racconto, La chiave misteriosa, assistiamo ad una faida familiare scatenata da un segreto celato per troppo tempo. Anche qui abbiamo una giovane Piccola Donna, questa volta di nome Lillian. Il terzo racconto, Dietro una maschera, è forse il più complesso dal punto di vista narrativo: la protagonista, l’istitutrice Jean Muir, è però tutt’altro che un personaggio positivo, e nelle intenzioni dell’autrice doveva essere l’antitesi esatta dell’eroina di Charlotte Brontë, Jane Eyre, pubblicato poco tempo prima.
Il quarto racconto, Gioco pericoloso, ha come protagonisti un gruppo di amici che per la prima volta fanno uso di hashish. Il quinto ed ultimo, Il segreto della piramide o La maledizione della mummia, parla di una giovane coppia sul punto di sposarsi: l’uomo è stato un ricercatore, e insieme ad un collega e amico ha scoperto la mummia di una strega in una piramide egizia. Su questa gravava una maledizione, che uccide l’amico e riduce la sposina ad un vegetale.
Recensione
La raccolta Horrida è sorprendente sotto molti punti di vista. Non tutti sanno, infatti, che Louisa May Alcott era appassionata di gotico, horror e fantasy, e le sarebbe piaciuto trattare questi argomenti nei suoi libri. Nell’epoca vittoriana quel tipo di narrazioni avevano molto successo: e lei, intraprendente come poche altre, decise di aggirare l’ostacolo. Infatti questa opera non era stata pubblicata con il suo nome, ma con lo pseudonimo di A.M. Barnard, col quale ne avrebbe poi firmate altre similari.
Parlando dello stile, come forse è ovvio si riconosce lo stile della scrittrice, anche se esula dai suoi soliti contenuti. Personalmente, il racconto che ha colpito di più la mia attenzione è proprio Dietro la maschera. L’istitutrice Jean Muir, apparentemente fragile e dolce, è in realtà un’attrice e una cacciatrice di dote, che riesce a ingannare con le sue arti due fratelli, mettendoli uno contro l’altro. Irretito allo stesso modo anche l’anziano e ricchissimo zio dei due ragazzi, viene infine scoperta ma… troppo tardi.