“I sette killer dello Shinkansen” – Kōtarō Isaka


Voto: 4 stelle / 5

“I sette killer dello Shinkansen” è un thriller di Kōtarō Isaka pubblicato da Einaudi nel 2021, che stupisce per i colpi di scena.

Trama de I sette killer dello Shinkansen

Due ore e mezzo di viaggio a trecento chilometri orari nella campagna giapponesi. Due ore e mezzo in un “treno proiettile” sparato da Tōkyō a Morioka, in cui succede di tutto. Al centro della vicenda ci sono il salvataggio del figlio di un personaggio pericoloso finito male, una valigia da recuperare, fili invisibili che si muovono dietro personaggi tanto loschi quanto insospettabili.

Un romanzo che ha tutte le caratteristiche di un enigma della camera chiusa, che più si svela più si infittisce.

Recensione

Ho scelto questo libro perché è la condivisa del mese di aprile del gruppo #leggendoilgiapponegdl guidato da Marlah. L’ho ascoltato con gusto muoversi fra il truce e l’ironico, e mi ha perfino strappato una risata. Più andavo avanti e più mi chiedevo cos’altro si sarebbe inventato l’autore.

L’unico neo è nello stile (o nella traduzione?), perché per i miei gusti usa troppe frasi fatte e troppe spiegazioni. Avete presente quando, nei cartoni animati, il cattivo si prende tutto il tempo di compiacersi di fronte alla sua preda e si mette a raccontare vita, morte e miracoli? Ecco.

“Guarda che quando un padre perde il controllo perché gli hanno toccato i figli sono cazzi amari. Proprio come te, che non ti importa della vita quando si tratta di tuo figlio. E anche se morissi, sei convinto che resusciteresti per occuparti di lui”

Un apprezzamento che invece mi sento di fare è in come l’autore ha reso alcuni personaggi.

C’è una coppia di killer che mi hanno ricordato allo stesso tempo i due protagonisti di “Uomini e topi” e quelli de “Il mio nome è Earl”.

Poi c’è un personaggio che mi ha fatto pensare allo Jago di Shakespeare.

Per me Jago è uno dei personaggi più odiosi della letteratura di tutti i tempi. Rifiuto l’idea che possano esistere uomini così cattivi e senza scrupoli, che godano nel procurare del male agli altri. Ne “I sette killer dello Shinkansen” ho ritrovato lo stesso modo gratuito di essere cattivo e mi sono augurata per tutto il tempo che gli fosse riservata una fine degna.

Non vi dirò se sono stata soddisfatta, per non rovinarvi il finale. Però vi posso dire che “I sette killer dello Shinkansen” è un libro abbastanza gradevole e assurdo.

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