Dal suo debutto nel 2013 il commissario Santoni ne ha viste di tutti i colori. Un suicidio di massa, una sensitiva capace di parlare con gli alberi, un killer seriale, il cold case di una ragazza scomparsa. Ha affrontato perfino la morte del suo mentore, del medico condotto, di una star televisiva, anche una valanga e un incendio confezionati ad arte. Però non si era ancora misurato con il lato oscuro della tecnologia, quello che mette in moto l’avventura proposta da “Il mistero del dragone cinese. Una nuova indagine per Lupo Bianco” di Franco Matteucci (Newton Compton Editori 2024, 160 p.).
Sembra quasi una beffa per il commissario, questa nuova inchiesta messa in moto da un drone illegale. Proprio a lui che ha rinunciato alla carriera in città per trasferirsi in mezzo alla natura.
Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.
Trama di Il mistero del dragone cinese
Le forze dell’ordine sono abituate a ricevere lettere anonime di ogni tipo, perché il mittente pur di rimanere nell’ombra ricorre agli artifici più svariati. Generalmente imita la grafia altrui, spersonalizza la propria, opta per il mascheramento psicologico creando falsi indizi sulla sua identità. Ma la missiva trasportata da un drone sofisticato le batte tutte sia per il mezzo sia per la veste grafica del testo.
Infatti è proprio un drone ad atterrare sul terrazzo della centrale di polizia di Valdiluce. Il responsabile della centrale è il commissario Marzio Santoni, detto Lupo Bianco per il suo olfatto fuori dal comune. Accantonata l’ipotesi di uno dei tanti apparecchi usati per il soccorso antivalanga capitato per caso o errore umano, gli inquirenti fanno alcune scoperte sconcertanti. Dotato di un microfono ultrasensibile per un ascolto a distanza, il drone contiene un piccolo manifesto in stile Wanted (avete presente la foto segnaletica dei film western?). Al centro campeggia il profilo anonimo di due asiatici. In basso si scorge un drago cinese lievemente diverso dall’iconografia tradizionale che gli attribuisce un corpo serpentiforme e fiamme sprigionate dalla bocca. È un drone clandestino, paragonabile a una pistola con la matricola abrasa quanto a possibilità di essere rintracciato. Per risalire al mittente e alle sue intenzioni comunicative si prospetta un’analisi peritale piuttosto laboriosa, perché questa “Storia parte ingarbugliata ancor prima di cominciare”.
Il mistero si infittisce
Come se non bastasse l’esperto in materia, l’assistente Kristal Beretta, non solo è in ferie ma risulta irraggiungibile. Il Santoni non sa che sta partecipando sotto mentite spoglie a un soggiorno nella natura. Occorre realizzare una carbonaia in un bosco di castagni e i telefonini sono off limits. Tra gli ospiti c’è una curiosa coppia dagli occhi a mandorla, un po’ fumettistica e molto tecnologica, che sembra interessata ad altro. Per fortuna la forma mentis da poliziotto in vacanza non ci va mai. Intanto si fa strada l’idea di una pista cinese: sapevate che i migliori piloti di droni al mondo vengono addestrati nel Paese del Dragone? Finché un omicidio sofisticato quanto il drone e una catena di morti violente turbano la comunità montana. Si scoprirà che quest’ultima non è immacolata come la neve fresca dove il commissario Santoni ama sciare.
Recensione
Il romanzo ci consegna una socialità in equilibrio tra tradizione e innovazione. La prima non è idealizzata e della seconda viene messo all’indice solo il lato oscuro. Si respira l’amore per la natura, la consapevolezza della sua salvaguardia e la nostalgia verso attività che non ci sono più. Un esempio è quella dei carbonai immortalata da Carlo Cassola ne “Il taglio del bosco”, “la bibbia per chi svolge questo antico mestiere”.
Eredi di un sapere antico già descritto da Plinio il Vecchio, i carbonai si trasferivano in collina o montagna. Tagliavano la legna, la accatastavano nelle carbonaie e producevano il carbone vegetale destinato alle case degli italiani fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Oggi la carbonella alimenta barbecue e forni a legna. Nello stesso tempo sembra porre l’accento sulla minaccia rappresentata dall’uso illegale dei droni da parte delle cybermafie e sui rischi del terrorismo ambientale. L’autore stesso è un pilota di droni.
Con uno sguardo al passato ed uno al presente “Il mistero del dragone cinese” di Franco Matteucci è un giallo accattivante e scorrevole adatto a un vasto pubblico che ci sentiamo di consigliare.