“Il sublime” – Anonimo


Voto: 5 stelle / 5

“Sublime”. Aggettivo dal suono melodioso, che ispira pensieri alti e meravigliosi. Poeti, artisti, letterati hanno sempre lottato per raggiungerlo. Ma cos’è davvero il “sublime”? Quando un’opera d’arte può essere definita tale?
Nel I secolo d.C un autore, di incerta identificazione, provò a rispondere a questi interrogativi, dando vita ad un trattato piccolo ma preziosissimo, “Il sublime”. L’opera, anche se in parte mutilata, ha fortemente segnato la teoria estetica e la critica letteraria di ieri e di oggi. E’ reperibile grazie a Mondadori, che nel 1991 lo ha pubblicato la prima volta e nel 2023 lo ha riproposto con il testo greco a fronte.

Trama de Il sublime

Durante la prima età imperiale, sorsero diverse polemiche letterarie all’interno della letteratura greca, ormai al declino. Le questioni riguardavano lo stile da adottare nelle opere letterarie e nell’arte retorica. Molte discussioni ruotavano intorno al significato di “sublime” e alle opere che potevano vantare tale appellativo.
In questa disputa si colloca anche un autore anonimo del I secolo d.C., identificato come Dionisio (o) Longino (ma permangono forti dubbi in proposito), il quale precisò che molti letterati del suo tempo avevano spiegato con ampiezza cosa sia “il sublime”, senza indicare, però, come raggiungerlo.

L’anonimo chiarisce che “il sublime” è un’eccellenza suprema del linguaggio, calata in una dimensione etica, e rappresenta “l’eco della grandezza d’animo”, il risultato di una mente pura, priva di pensieri meschini.
Esso può essere raggiunto mescolando insieme cinque elementi fondamentali: elevatezza di pensiero, forte pathos, qualità delle figure retoriche utilizzate, nobiltà delle parole e disposizione delle stesse. Mentre le prime due sono doti naturali, le altre si possono raggiungere attraverso lo studio e l’esercizio.
Tra queste un ruolo di primo piano spetta al pathos. Solo una forte passione può generare un’opera d’arte e trasmettere emozioni.

Il sublime trascina gli ascoltatori non alla persuasione, ma all’estasi: perché ciò che è meraviglioso s’accompagna sempre a un senso di smarrimento, e prevale su ciò che è solo convincente o grazioso.”

Nella seconda parte del trattato, l’autore anonimo getta le basi per la prima opera di critica letteraria del mondo antico. Citando numerosi autori greci antichi, indica quali abbiamo raggiunto il sublime e quali siano andati semplicemente alla ricerca della perfezione. Solo una mente geniale, dotata di pathos travolgente ha generato opere d’arte, pur con qualche imperfezione. Per l’anonimo sono maestri d’eccellenza Omero, Sofocle, Platone e Demostene.
L’opera presenta diverse lacune, più di un terzo dell’intera opera è andato perduto, ma quel che rimane è sufficiente per il messaggio profondo che trasmette ai posteri.

Recensione

Il trattato “Sul sublime” rappresenta una perla rara e preziosa nel panorama letterario del mondo classico.
L’autore affronta il sublime in modo completo, esplorando le sue origini, la sua natura e il suo impatto sull’esperienza umana. Attraverso una serie di argomentazioni ben strutturate e una prosa eloquente, l’autore ci guida attraverso un viaggio intellettuale che ci permette di comprendere pienamente la portata e l’importanza del sublime.

L’anonimo utilizza una vasta gamma di esempi e metafore per illustrare come il sublime possa essere sperimentato e compreso. Questo approccio rende l’opera estremamente accessibile e coinvolgente per il lettore, che può facilmente identificarsi con le esperienze descritte e riflettere sulla propria comprensione di ciò che può essere definito “sublime”.

Inoltre, il trattato affronta anche implicazioni etiche e morali. L’autore esplora come il sublime possa influenzare il nostro senso di giustizia, la nostra compassione e la nostra
comprensione del mondo. Questo approccio etico aggiunge un ulteriore livello di profondità e complessità all’opera, rendendola una lettura stimolante e provocatoria.

Una delle caratteristiche più affascinanti di questo trattato è la sua capacità di catturare l’essenza del sublime attraverso la descrizione di esperienze sensoriali e emotive. La sensibilità poetica dell’autore si evince in tutta l’opera, insieme alla immensa cultura e alla raffinatezza di pensiero.

Il sublime vero, e bello, è ciò che resta per sempre nel gusto di tutti. Quando infatti la stessa cosa trova il consenso unanime di persone diverse per professione, vita, gusti, età, condizione culturale, allora questa specie di concorde sentenza pronunciata da giudici diversi conferisce una credibilità salda e incontestabile all’oggetto che viene ammirato.”

Al di là delle difficoltà oggettive nel comprendere le dinamiche e le polemiche retoriche dell’età imperiale, l’opera offre ai lettori di ogni tempo gli strumenti per saper cogliere la bellezza di ogni opera d’arte. Solo quando il nostro animo è estasiato, solo quando meraviglia e smarrimento camminano insieme, allora siamo certi di essere di fronte a un’opera “sublime”.

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