“Il tempio del piacere” – Volker Kutscher


Voto: 5 stelle / 5

“Il tempio del piacere” di Volker Kutscher (SEM 2022, 640 p., traduzione di Marina Pugliano e Valentina Tortelli) è il nuovo capitolo della serie poliziesca ambientata tra i chiaroscuri della Repubblica di Weimar. Intreccio e scenari ad alta definizione sono il fiore all’occhiello dello scrittore tedesco.

Questa volta l’autore si muove nel terreno più sensibile per la Germania: l’affermazione del nazismo in prossimità delle elezioni del 1933.

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale inviata in omaggio.

Trama de Il tempio del piacere

A infuocare le serate berlinesi degli anni Trenta, c’era un’attrazione che per fama gareggiava con il Moulin Rouge. È un palazzo del piacere dal nome patriottico di Haus Vaterland. Sei piani, ristoranti a tema per palati internazionali, caffè, bar, cinema, sale da ballo e spettacoli di varietà.

Con un milione di visitatori annui, era stato ideato per riunire in un unico complesso ogni svago adatto per un target medio. Un microcosmo all’avanguardia capace di offrire un’esperienza emozionale, un secolo prima che il neuromarketing individuasse il legame tra consumo e benessere.

In questo locale leggendario, in un montacarichi situato nell’area destinata all’approvvigionamento merci, viene rinvenuto un cadavere. La vittima è il titolare di una ditta di liquori. Saltano all’occhio alcune stranezze. Il fatto che il proprietario si occupi personalmente delle consegne. La presenza di una somma importante tra i suoi effetti personali. Un fazzoletto rosso bagnato vicino al corpo a mo’ di firma.

Una coppia glamour

Il commissario della Polizia di Berlino Gereon Rath affronta il caso con una svogliatezza insolita. Preso com’è da questioni di cuore con l’amata Charly Ritter, pensa addirittura che l’ipotesi di morte per annegamento sia un abbaglio del medico legale.

Charly incarna senza eccessi una femminilità nuova, figlia della rivoluzione sessuale e di costume degli anni Venti. Laureata in Giurisprudenza, aspira a diventare ispettore nella Polizia Criminale, una riserva maschile che generalmente assegna alle donne mansioni d’ufficio. Orgogliosa della sua indipendenza, vorrebbe ridimensionare matrimonio e maternità nel suo progetto di vita con Gereon che, temporaneamente, è anche il suo diretto superiore.

Invece il protagonista, benché maturi nel corso della storia, non si sgancia totalmente da alcuni clichè. Ma il romanzo è così ben condotto, che il lettore perdona volentieri il suo debole per la bottiglia e l’insofferenza alla gerarchia.

Quando le forze dell’ordine risalgono a delitti similari, l’indagine si ramifica. Charly si cimenta con la sua prima operazione di intelligence sotto copertura nel tempio del piacere. Cerca prove di attività illecite riconducibili al contrabbando o all’estorsione.
Rath viene inviato in veste ufficiale in un distretto della Masuria che sembra l’unico punto di contatto tra le vittime. Però questa regione costellata di laghi e conifere è poco ospitale con il commissario di Berlino. Il suo omologo collabora a denti stretti. Gli abitanti si trincerano nell’omertà.

Seguendo le peripezie fuori sede di Gereon Rath, nuove piste scoperte dalla bella Charly e le indagini parallele a Berlino, la trama continua a infittirsi. Alcuni capitoli, dedicati a personaggi di cui il lettore ignora fino all’ultimo il ruolo o l’identità, aggiungono mistero alla vicenda.

Recensione

“Il tempio del piacere” di Volker Kutscher presenta un intreccio ricco di archi narrativi secondari che moltiplicano aspettative, depistaggi, colpi di scena, canali investigativi su un impianto storico solido. La vicenda, articolata in tre parti, si svolge nell’estate del 1932 quando la Repubblica di Weimar si avvia ad essere destituita.

Oltre all’equilibrio del disegno complessivo e allo spessore tematico, mi ha colpito la centralità dello spazio.

Impostato sull’asse interno/esterno, città/aree rurali, Berlino/Masuria strizza l’occhio a storia, costume e società.

La capitale della Repubblica di Weimar viene presentata come una metropoli che non dorme mai: di giorno, strade congestionate dal traffico; di notte, locali per ogni tipo di intrattenimento. Malgrado qualche cenno all’alto tasso di criminalità, disoccupazione e suicidi, inizialmente prevale l’immagine di una Berlino elettrizzante, moderna e dinamica. Poi in un crescendo di scontri politici, disordini e violenza l’atmosfera diventa plumbea. Il resto è storia.

Per le ambientazioni specifiche c’è l’imbarazzo della scelta. Segnalo la sequenza notturna dell’appostamento sulla darsena. Sapevate che Berlino è costruita sull’acqua? Tutti conoscono la Porta di Brandeburgo che agli occhi del mondo la rappresenta. Pochi la associano all’impianto del porto fluviale interno, in gran parte smantellato.

Special guest

La Masuria è una vera sorpresa. Emerge il contrasto tra incanto paesaggistico, povertà e tensioni sociali. Negli anni Trenta la Masuria detta Prussia orientale era un’enclave della Germania. Un territorio multietnico tormentato, diviso tra tedeschi e polacchi, protestanti e cattolici, fieramente geloso delle sue tradizioni.

L’ autore ne sintetizza la storia e crea figure dal taglio sartoriale. Penso al vecchio Adamek, il viso intagliato nel legno o alla romantica Maria Cofalka che trova il suo heimat in una biblioteca.

Un giallo storico superbo.

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