“Inferno dentro” è il primo romanzo di Claudio Marcaccini con la casa editrice Haiku (2018), che ringraziamo per la copia cartacea in omaggio. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “L’erede del tempo”.
Trama de Inferno dentro
Roma, teatro di mille delitti e arcani misteri, l’ispettore di polizia Rolando Lenzi, come un condottiero di gloria, un ribelle, è determinato a combattere la violenza della città eterna. Suo malgrado non potrà far molto, contro le sette esoteriche e le massonerie che creano la cupola del male nelle vie romane, vie che conducono direttamente all’inferno.
La violenza della malavita si fonde con la violenza del culto maligno, loschi segreti mai verranno resi palesi, neppure Lenzi avrà la meglio su questi incubi delittuosi, oppure sarà proprio egli a risvegliare e dissipare tali incubi.
Recensione
Il romanzo, una trama comune a dozzine di gialli che si dipanano tra il noir ed il grottesco, l’esoterismo in chiave romanesca, non convince la lettura, anzi, lo rende sterile e ingiallito dal tempo. Un romanzo di certo alle prime armi quasi pare una tracciatura da ricostruire. La vergatura è caratterizzata da un monologo creato in dialogo, dal pensiero alla rappresentazione ossessiva dei dettagli, dei luoghi e degli spostamenti che le persone descritte effettuano nell’arco delle giornate. Ovvia viene spontanea una domanda, è forse un rivocare di verbali o relazioni d’ufficio?
Tratto dal romanzo, in una pagina qualunque, in un punto qualunque:
“Ripercorriamo a senso inverso Via di castel Fusano, all’incrocio con Viale dei Pescatori, giro a destra e la percorro tutta fino ad arrivare sul lungomare, giro ancora a destra e parcheggio la macchina nell’ampio parcheggio che trovo subito dopo.”
Ovvia la mia risposta, un romanzo deve certamente coinvolgere con dettagli e pure qualche colorito gergo, ma se il condimento supera il condito, allora il piatto diventa alquanto difficile da gustare.