“L’erede del tempo” – Claudio Marcaccini


Voto: 3 stelle / 5

La casa editrice Haiku ci ha omaggiato della copia digitale di “L’erede del tempo” di Claudio Marcaccini, un giallo/noir pubblicato da pochissimo tempo: il 9 gennaio 2021.

Trama de L’erede del tempo

Roma, l’eterna città. E’ questa l’arena dell’ispettore di polizia Rolando lenzi, schiacciato tra il peso della restrizione e quello della ricerca, come fosse un gladiatore romano. Ligio al dovere di poliziotto, ma incatenato al guinzaglio, impossibilitato a muoversi liberamente e senza regole, quelle regole che infrangeva per far si che la legge non rimanesse senza giustizia.

La metropoli romana espone una oscura realtà, brutale, violenta, organizzata da un malavitoso gruppo di bande rivali e spietate. Gli eventi si evolvono in uno spazio siderale, quando si consuma un misterioso omicidio dalle losche trame che hanno il sapore di intrigo internazionale.

Proprio in questo frangente si unisce all’ispettore, un nuovo collega, qualcosa di straordinario e inspiegabile avvolge il poliziotto. Un pensiero astrale, soprannaturale, cosmico, si fa strada nelle indagini e negli eventi che coinvolgono i due graduati. Ciò porta L’ispettore lenzi a farsi domande esistenziali sull’infinito e sulla comprensione della mente umana, mente capace di violenza sporca e gratuita.

Recensione

“L’erede del tempo” ha una trama scontata; è un giallo stantio con drappeggi improbabili e recuperati da dozzinali copioni di una serie tv. Il racconto, alquanto frettoloso ma anche troppo descrittivo, si dipana tra dialoghi e dialoghi. La vicenda viene talmente esposta in un verbale racconto e poi ridescritta, che porta a ridondare nella mente lo stesso dialogo, per un tempo infinitamente lungo.

La cosa positiva è che, girata la pagina, ci si rammenta alla lettera il racconto fin lì letto, anche se forse non è poi tanto un pregio.

Di contro, difficilmente il lettore verrà preso nella tela dell’intrigo, forse perché non vi è un intrigo all’interno di questo romanzo. Se è stato inserito l’autore è stato un genio: lo ha talmente tanto reso criptico che pare scritto con Enigma.

Ottima la grafia e la struttura ortografica, impeccabile il lavoro di cesellatura nella punteggiatura: è fluido e leggibile, veramente pulito, quasi asettico.

Considerazioni personali

Non amo molto le considerazioni personali, sono sempre molto soggettive in una lettura, non vi dovrebbe essere la soggettività del gusto, si dovrebbe valutare solo ciò che l’autore vuole farci provare, ciò che egli vuole dirci. Di solito contatto l’autore durante la lettura, ma in questo caso non ne ho sentito la necessità. Sto forse inaridendo il mio animo di mero lettore, oppure non vi è un vergato in codesto romanzo che porti la voglia a coinvolgere e dare il cuore. Non trovo risposta ad ardua domanda, lascio a voi eccelsi lettori il giudizio.

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