“La ballata di Iza” – Magda Szabò


Voto: 4 stelle / 5

“La ballata di Iza” di Magda Szabò (1917-2007) è un romanzo del 1963 arrivato in Italia nel 2006 e ripubblicato da Einaudi nel 2014 in formato tascabile, in occasione del cinquantenario della sua pubblicazione.

La traduzione di questo volume gode del sostegno della Fondazione per la promozione del libro ungherese all’estero.

Ho letto “La ballata di Iza” perché è stato scelto dal gruppo di lettura della biblioteca di Pescara “Di Giampaolo” per il mese di aprile.

Trama de La ballata di Iza

Iza è una giovane donna divorziata che ha appena perso il padre per una malattia. Decide di portare con sé la madre Etelka nella capitale, a Budapest, dove svolge il suo lavoro da primario.

Dietro questa decisione ci sono tante buone intenzioni, che però si rivelano confluire in una vera e propria azione di sradicamento.

La narrazione è condotta in terza persona, da un narratore onnisciente che scivola continuamente da una mente all’altra.

Recensione

Fino a circa pagina 60 mi sono chiesta quand’è che la storia si decidesse a cominciare. Non riuscivo ad appassionarmi ai personaggi, non li comprendevo né distinguevo bene, ma ero incuriosita da questa Etelka, che a tratti era buffa e a tratti disperata.

“La vecchia provò una specie di invidia per quell’urgenza cui non aveva mai prestato attenzione prima d’allora, perché significava che quelle persone erano attese da qualcuno”

Poi sono iniziate dinamiche più interessanti e profonde tra “la vecchia” e i personaggi. Illuminante è stato il rapporto con la governante di Iza, Teréz. Da qui inizia a poter esser toccato il disorientamento della protagonista. È da qui che, per me, inizia a stringersi il cuore pensando a tutti gli anziani che hanno attraversato la nostra vita, agli anziani che saremo noi.

A partire dal trasferimento nella capitale, l’irrequietezza di Etelka e quindi anche la nostra aumenta; il coinvolgimento cresce.

“Povera infelice, crede che il passato dei vecchi sia ostile, non si è accorta che è invece la misura per spiegare e capire il presente”

Intorno alla figura di Iza si crea la ballata dei quattro elementi, ognuno tendenzialmente rappresentato da un personaggio. Spicca in maniera positiva la figura di Antal, l’ex marito, il figlio dell’acquaiolo, attirato e allo stesso tempo respinto dal rigore di Iza.

“La vecchia provò un sentimento duplice; da una parte voleva ribellarsi al dolore, sentiva il terribile impulso di aiutarla, di correre da lei, accarezzarla come quando era piccola, calmarla, consolarla (…); dall’altra avvertiva il bisogno di appoggiarsi sulla sua spalla e abbandonarsi completamente”

Nel romanzo ci si imbatte spesso in sentimenti ambivalenti. Ognuno combatte il dolore a suo modo, e il segreto della relazione fra le persone sta nel parlarne. Laddove viene alzato un muro di silenzio, come autodifesa o protezione, non passano tante altre cose, e il rapporto fra le persone perde calore. Per esempio, Iza non ha mai amato le ballate, non ha mai voluto ascoltarle perché sono tristi: è il suo modo di difendersi dal dolore; non guardarsi mai indietro è il modo in cui si è sempre difesa dalla povertà.

“La ballata di Iza” è un romanzo intenso in cui è facile per ognuno immedesimarsi, perché ognuno di noi ha un modo diverso – anche inaspettato – di gestire il dolore.

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