“La malalegna” – Rosa Ventrella


Voto: 5 stelle / 5

Rosa Ventrella è l’autrice de “La malalegna” (Mondadori 2019): una storia che sarebbe riduttivo definire dedicata alle donne, anche se le donne sono le vere protagoniste.

Trama de La malalegna

Cos’è la malalegna? E’ la chiacchiera, ostinata e tossica, che si propaga ai danni di qualcuno. E in quest’ambiente, Copertino, in Puglia, negli anni che partono dal 1940, attraversano il decennio successivo e proseguono, la malalegna è fatta di sguardi, di frasi sussurrate ma non del tutto, che investono Angelina, sorella di Teresa, la voce narrante, e prima di tutte la loro madre.

“La maldicenza stava ovunque e inseguiva mia madre, che doveva schivarla ad ogni passo, camminava per i vicoli, sulla spirale della scalinata contorta…urtava le damigiane di olio…contagiava il venditore di sarde, il panettiere, il carrettiere che raccoglieva gli avanzi di ferro o di mattoni e gridava lungo i vichi: aveva una voce gutturale che arrivava da lontano...”

Il rapporto tra le due sorelle è il perno attorno cui sono costruite le vicende: Teresa osservatrice silenziosa e Angelina sognatrice disobbediente che farà di tutto perché i suoi sogni si avverino. Con loro la madre che, come Angelina, è dotata di una bellezza non comune – una condanna secondo nonna Assunta- che sarà disperatamente costretta ad usare, con il marito in guerra, per procurare il cibo per le sue bambine.
E’ fatta di povertà la vita per le famiglie di Copertino, braccianti costretti a sottostare alle angherie dei potenti del luogo, ma che iniziano ad avvertire che la sottomissione non è la regola, che si può lottare per qualcosa di giusto. Angelina, più di tutti, complice la sua bellezza sfacciata, capovolge le consuetudini, avviandosi ad un matrimonio che non s’era mai visto: una semplice popolana che sposa il figlio del barone.

“La travolse una sbandatezza che la conduceva come un’anima in pena tra le stanze della casa, spingendola a scoprire i bagliori nella penombra e il buio negli spiragli di luce”

Recensione

Rileggendo la trama, che appositamente non ho voluto mostrare in modo dettagliato nello scorrere delle vicende, potrebbe sembrare una storia da telenovela. Non è così. E’ quel genere di libro che la letteratura italiana sa offrire e in cui hai la fortuna di imbatterti ogni tanto. Ti senti pervaso da tante sensazioni e non capisci quale sia che ti sta smuovendo qualcosa. Sei preso dalla storia, ti commuovi. Anche la ricchezza di un linguaggio curato, le descrizioni in cui ti immergi, le caratteristiche dei vari personaggi così ben delineati, i termini precisi contribuiscono al piacere della lettura.

Scorrendo “La malalegna” , mi è venuto spontaneo ricordare Verga e “I Malavoglia”: le parlate popolari, i detti, le scene di quotidianità dei più miserabili e sfruttati in un’ Italia meridionale in mano ai soprusi dei ricchi, le lotte per sopravvivere.
Qui però non c’è la rassegnazione dei Malavoglia, lo scorrere del tempo fa sì che gli umili, anche se non risulteranno vincitori, neanche potranno dirsi vinti. I personaggi sono animati dalla voglia di riscatto nel voler appropriarsi di un pezzo di terra, togliendole ai padroni.

Un libro da pubblicizzare, acquistare, prestare.

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