“La profezia di Cazotte” e “L’ultimo pasto di Cazotte” – di Jean-François de La Harpe e Paul Morand


Voto: 5 stelle / 5

La Settecolori Edizioni scommette sulla Rivoluzione francese con un’intervista doppia a due Accademici di Francia. Infatti pubblica insieme per la prima volta “La profezia di Cazotte” di Jean-François de La Harpe e “L’ultimo pasto di Cazotte” di Paul Morand (Edizione Settecolori ottobre 2023, traduzione di Stenio Solinas, 80 p.). Ringraziamo l’ufficio stampa e la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Poeta, pedagogo e critico letterario del Settecento, il primo. Alterna attività diplomatica, viaggi, prosa, cronaca, saggistica in pieno Novecento, il secondo.

A far dialogare la strana coppia ci pensa Jacques Cazotte, scrittore originale e prolifico che tra diavoli, esoterismo, incantesimi e magie si trova a suo agio. Di contro Matthew Gregory Lewis, che sul versante gotico non fu da meno, viene ingaggiato da Paul Morand come attore di spalla. È lui a fornire lo spunto per discettare sul diavolo che, smessi i panni di una pulzella tentatrice, ne “L’ultimo pasto di Cazotte” veste il berretto frigio.

Trama di La profezia di Cazotte

Jacques Cazotte (1719-1792) fu acerrimo nemico della Rivoluzione francese, opera di Satana, secondo una lettura manichea della storia volta a intrecciare mistica e politica. Una vita rocambolesca, conciliò ortodossia e soprannaturale, il volto irrazionale del Secolo dei Lumi. Non abbiamo di fronte un Mesmer, un Cagliostro o un sulfureo adepto dell’occultismo bensì un monarchico che da un lato crede nei dogmi e nella dottrina cattolica, dall’altro sbandiera doti da visionario.

Certo è che le sue presunte qualità di preveggenza sedussero La Harpe tanto da metterle nero su bianco in un testo famosissimo. Parliamo de “La profezia di Cazotte” (Prédiction de Cazotte, faite en 1788) pubblicato postumo.

Quanto a La Harpe fu un bel tipo anche lui, nato incendiario e morto pompiere. Il nickname “le singe de Voltaire” (in realtà fu il suo protégé) la dice lunga sulle sue posizioni giovanili, prima della virata conservatrice in tarda età.

La novella immortala una riunione nel salotto di un membro dell’Académie française alla quale La Harpe dichiara di aver partecipato. A mo’ di antagonista collettivo, gli ospiti fanno il tifo per Voltaire e Diderot. Ma quando è Cazotte a prendere la parola, l’atmosfera conviviale cede il passo a stupore, incredulità, imbarazzo e gelo. Predice, infatti, la morte violenta dei presenti e la sua, proprio in nome della filosofia e della ragione. E il pronostico lo azzecca perché Condorcet, Vic-d’Azyr, Bailly, de Malesherbes saranno a diverso titolo coinvolti negli eccessi del Terrore. Per la sua fedeltà al Giglio di Francia anche il profetico guastafeste andrà al patibolo.

Trama di L’ultimo pasto di Cazotte

Cazotte entra in scena anche ne “L’ ultimo pasto di Cazotte” (Le dernier dîner de Cazotte), una novella di Paul Morand inedita in Italia.

È un Paese in tumulto la Francia nell’agosto del 1792, quando un giovin signore si reca dal nostro Cazotte avanti negli anni, protetto dall’affetto dei suoi cari. I fermo immagine su moglie e figlia danno un po’ di calore e colore a una vicenda plumbea quanto la precedente.

Il visitatore è Matthew Gregory Lewis, futuro romanziere, drammaturgo, membro del Parlamento inglese. Impaziente di ricevere un parere su “Il monaco”, approfitta del Grand Tour per incontrare uno dei suoi maestri. L’inventore del diavolo innamorato sembra l’editor ideale per il suo romanzo dove un religioso, iniziato da una femmina alle arti demoniache, rovina in una spirale autodistruttiva. Così il diciassettenne agli esordi e l’anziano provato dalla vita conversano amabilmente del Regno dell’Invisibile, della famosa profezia e della Rivoluzione, deragliata dai principii del 1789. All’improvviso qualcuno bussa alla porta. Che sia un emissario del Comitato di Salute Pubblica? L’epilogo è un colpo da maestro.

Come nella migliore trattatistica settecentesca, Morand affida alla leggerezza del dialogo argomenti di peso e aggiunge il tocco esotico di due comparse. Sapevate che Cazotte sposò una donna della Martinica da cui ebbe l’amatissima figlia Elisabeth?

Recensione

Povero Cazotte! Alcuni si sono presi la briga di provare l’infondatezza della predizione sulla base del suo carteggio privato. Altri hanno letto in chiave ordalica il destino dei commensali per dimostrare il contrario. I più ritengono fittizio l’episodio riportato da Le Harpe. Che importa! Conta lo spirito di un testo coevo agli eventi che denuncia il legame diretto tra Illuminismo e Terrore. Quanto a Morand, è plausibile che all’epoca della stesura si sia riconosciuto nel protagonista della celebre profezia e in parte nel suo autore, tagliati fuori dal corso della Storia.

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