
Sembra quasi ironico il titolo “L’allegria” scelto per la raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti. Pochi sono gli spunti per essere allegri nel periodo in cui il poeta compone queste poesie, dal 1914 al 1919, anni della prima guerra mondiale, che lo vede protagonista in prima linea. Inizialmente il titolo della raccolta era “Allegria di naufragi”, quasi in una sorta di ossimoro.
Di cosa parla “L’allegria”
La vita di trincea, i combattimenti, la lontananza da casa, la fratellanza con i commilitoni e la perdita di alcuni di loro, la caducità della vita sono alcuni dei temi affrontati. Nonostante la complessità del momento, o forse proprio grazie a questo, non manca l´ osservazione agli aspetti meravigliosi della vita, da cui trarre coraggio per andare avanti: momenti del giorno, tratti di paesaggi diventano elementi salvifici che danno vita a piccoli capolavori, dove bastano poche parole per dipingere dei quadri in poesia.
La poetica di Ungaretti attraverso l´ermetismo, esalta la parola.
Una profonda ricerca della parola porta il poeta a esprimere con pochi termini efficaci ed appropriati, immagini, sensazioni e sentimenti. Il poeta è un uomo che vede , osserva, prova sentimenti come tutti gli altri uomini, ma ha il privilegio di saper esprimere ciò che ha dentro. E questo il motivo per cui ogni lettore indubbiamente ha provato dentro di sé ciò che legge, perché la poesia di Ungaretti parla dell´uomo e si avvicina a lui.
E cosi sfilano, poesia dopo poesia, attimi, sentimenti ed emozioni.
E´ il caso di “Mattina”, dove in solo 4 parole si esprime lo stupore di fronte ad un nuovo giorno che nasce e al valore salvifico della luce, anche dentro ad una trincea: la luce che diventa spazio, con quel termine “immenso” che ne descrive la grandezza.
M´illumino
d´immenso.
E´ il caso di “Soldati”, dove il paragone tra gli uomini in trincea e le foglie d´autunno descrive appieno la caducità dell´essere umano.
TAPPETO
Ogni colore si espande
e si adagia negli altri colori .
Per essere più solo se lo guardi
In “Tappeto” ritorna il tema della solitudine, cosi come in “Natale”, dove di fronte alle luci e ai clamori di una giornata di festa, il poeta preferisce le capriole del fumo del camino, vivendo quel momento in maniera intima e profonda.
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di stradeHo tanta
stanchezza
sulle spalleLasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticataQui
non si sente
altro
che il caldo buonoSto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Non mancano descrizioni di attimi dipinti dalla natura ´:
Il sole si semina in diamanti
di gocciole d’acqua
sull’erba flessuosa…
Ci vendemmia il sole
Piccoli quadri descritti a parole, come se quei semplici attimi di bellezza potessero in qualche modo ristorare dalla tristezza e forse illudere un uomo nella sua ricerca della serenità.
Ungaretti uomo di pena ti basta un’illusione per farti coraggio,
serenità e quiete invidiate ad un paese sotto la neve,
Vorrei imitare questo paese adagiato nel suo camice di neve
Frutto di ogni argomento trattato è sicuramente l´esperienza della guerra, in cui uomini ritratti nelle trincee come le lumache nel loro guscio hanno il cuore devastato come le case sotto le macerie dei bombardamenti
È il mio cuore il paese più straziato
e non manca il ricordo di commilitoni che hanno condiviso la sciagura infinita della guerra e della sofferenza, e il senso di fratellanza verso tutti i soldati in generale, come nella poesia “ Fratelli” , che si chiude con un verso che con incredibile efficacia esprime il dolore della loro condizione
la morte
si sconta
vivendo
Nonostante il periodo di dolore vissuto, che rimane come una cicatrice nel cuore, conservando ogni attimo tra i ricordi, perdendosi dentro alla nebbia che in qualche modo offusca e anestetizza le cose
brutte, la vita continua.
E subito riprende il viaggio
come dopo il naufragio
un superstite lupo di mare
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