“L’automa” – Alberto Moravia


Voto: 5 stelle / 5

La raccolta “L’automa” di Alberto Moravia contiene quarantuno racconti brevi popolati di automi. Personaggi – non persone – le cui azioni e le cui parole hanno un sapore fastidiosamente meccanico. Ognuno di loro è straniero a se stesso in un ambiente che non conosce o che credeva di conoscere. E porta avanti la propria esistenza senza un briciolo di convinzione, sempre pronto a tornare sulle proprie indecisioni.

Di Alberto Moravia abbiamo recensito anche “L’inverno nucleare“.


Trama di L’automa

l_automa_moravia_copertinaSofia reagisce con un rifiuto psicosomatico alle rivelazioni dell’amica Cecilia circa il tradimento del marito. Sergio scopre di avere una moglie adultera in maniera drammaticamente macabra. Silvio vorrebbe liberarsi di una donna piccola e gelosa, ma alla fine finisce per tenersela. Leonora, pressata da una famiglia insensibile finisce per accettare un matrimonio di convenienza. Alina approfitta di una battuta del marito per confessargli che non ha mai sopportato i suoi scherzi. Claudio, scambiato da una vecchia per l’uomo che ne ha fatto soffrire atrocemente la figlia, non fa nulla per dissuaderla. Sergio costringe Giorgia a rivivere come in una recita il momento in cui si sono conosciuti, nella speranza che possa rinascere qualcosa.

Analisi

Queste sono soltanto alcune delle situazioni descritte nelle vicende di questa raccolta. Molte di esse riguardano i rapporti di coppia. Che Moravia mostra impietosamente a partire dal momento preciso in cui tutto si guasta, generando in entrambi la consapevolezza che nulla sarà più come prima.

Era insomma, concluse amaramente, come essere capitato in un paese straniero e sapersi condannato dalla propria inesperienza e ignoranza a vedere le persone che non avrebbe dovuto vedere, ad andare nei luoghi dove non avrebbe dovuto andare e a fare le cose che non avrebbe dovuto fare.

Il suo lucido e spietato bisturi disseziona sentimenti e psicologie, soffermandosi in particolare sugli aspetti patologici o per meglio dire maniacali della relazione.

Nonostante questo, la scrittura si mantiene pulita. Non una parola di troppo. Nessuna sbavatura. Ciascuna storia contiene tutto quello che serve. E la sicurezza del suo stile deriva anche dalla profonda conoscenza degli ambienti sociali descritti. Il tutto senza formulare alcun giudizio di tipo morale, per lo meno esplicitamente. In questi racconti Moravia si comporta come uno scienziato intento a scrutare un vetrino da microscopio. Lasciando però trapelare un algido compiacimento da voyeur.

Se invece di una raccolta di racconti fosse un quadro, potremmo intitolarlo La voluttà del mal essere.

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