“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” rappresenta l’esordio letterario di Stuart Turton, filososo e giornalista inglese. La casa editrice Neri Pozza pubblica questo brillante e ingegnoso romanzo in Italia a marzo 2019, nella traduzione di Federica Oddera. “Preparatevi ad impazzire!”, è l’ammonimento del Daily Express. È proprio così!
Trama de Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Un uomo si sveglia in una piovosa mattina nel folto di una foresta. Si accorge di non ricordare nulla del suo passato, tranne un nome: “Anna”. Crede di aver assistito ad un omicidio e su indicazioni di una voce sconosciuta si dirige verso Blackheath House. Scoprirà così di essere tra gli invitati ad una festa in maschera per festeggiare la giovane Evelyn, tornata dalla Francia. La ragazza, però, troverà la morte quella stessa sera.
Ma il destino ha in serbo per lui molte altre sorprese!
” La speranza mi ha abbandonato. Sono un’anima finita in purgatorio, ignara dei peccati che l’hanno relegata qui.”
L’uomo, il cui vero nome è Aiden Bishop, dovrà rivivere la stessa giornata molte volte. È destinato a risvegliarsi sempre la stessa mattina a Blackheath House, ogni volta in un corpo diverso, per scoprire la verità sulla morte di Evelyn. Il cambio di prospettiva gli permetterà di scoprire sempre nuovi indizi ma l’ombra della morte continuerà inesorabile a riversarsi sulla Villa degli Hardcastle.
Recensione
“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” è davvero un rompicapo pazzesco! Stuart Turton è riuscito ad ideare un impianto narrativo innovativo e geniale mescolando generi diversi. Sicuramente il giallo ispirato ad Agatha Christie è alla base di questo romanzo, ad esso si aggiungo atmosfere gotiche ed elementi fantasy.
L’idea di base del romanzo, il loop temporale, è del tutto originale; il risultato finale e la struttura narrativa presentano tratti eccellenti.
Bisogna comunque prestare attenzione, il romanzo non ammette distrazioni! Per comprenderlo pienamente occorre estraniarsi dalla realtà e vivere totalmente la giornata vissuta dal protagonista, registrare ogni dettaglio utile, seguire le varie incarnazioni e annotare tutti i personaggi citati.
“Tutto questo cosa fa di me? E di loro? Siamo forse i frammenti di una stessa anima, responsabile dei peccati commessi da ciascuno, oppure siamo persone del tutto diverse, pallide copie di un originale dimenticato da tempo immemorabile?”
Prima di approcciarmi al romanzo avevo delle reticenze legate a diverse recensioni, alcune molto negative. Confermo il fatto che spaziando tra le pagine si vive in perenne stato confusionale e questo crea frustrazione nel lettore. In un giallo che si rispetti, si instaura un tacito accordo tra lettore e autore. Il lettore vuole essere coinvolto, ma all’interno di un’indagine comprensibile, che, però, riesca a sorprenderlo e gli permetta di arrivare alla soluzione del caso. In questo romanzo gli indizi si moltiplicano all’infinito, i colpi di scena sono talmente tanti da sembrare inverosimili.
Forse una probabile spiegazione sta nel fatto che il lettore risulta ostaggio dello stesso incantesimo che lega Aiden a Blackheath House. E come lui non riesce a sfuggire! E’ destinato a svegliarsi e vivere la sua stessa giornata, spettatore inconsapevole di un dramma infinito.
Alla fine ammetto di essere rimasta affascinata dalla scrittura di Turton e dal suo genio creativo. È riuscito nel finale a creare un ordine nel caos, a dire giusto valore al dualismo eterno tra bene e male, aprendo ad un futuro di riscatto e redenzione.