“L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra”(Sellerio 2021) è l’ultimo lavoro di Francesco Recami noto al grande pubblico, compresa la sottoscritta, per le storie della Casa di ringhiera: da “La casa di ringhiera” del 2011 a “La verità su Amedeo Consonni” del 2019, una serie poliziesca di impianto umoristico.
Il titolo flaubertiano allude alle avventure tragicomiche di uno studente universitario a Firenze, coivolto suo malgrado in situazioni anomali e talvolta pericolose, tappe del suo ingresso nel mondo adulto.
Trama di L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra
Generalmente la vita di uno studente fuori sede è piena di incognite riguardanti sia l’impatto con i nuovi labirinti del sapere, sia la convivenza con i neo coinquilini. Lo impara a sue spese Eugenio Licitra, ragusano implume, politicamente impegnato, 150 mila lire in tasca e in valigia insieme al pecorino di mammà l’entusiasmo e il timore: si appresta a frequentare l’università nella città di Dante. Appassionato di Gramsci si ritrova in una facoltà colonizzata dal marxismo, dalla filosofia della storia all’antropologia culturale; intanto la Storia del nostro Paese si alimenta dei sofismi delle “convergenze parallele” e della “non sfiducia”.
Il romanzo, infatti, è ambientato negli anni ’70 i cui marcatori cultural popolari sono l’incidente di Niki Lauda, il primo Festival di Sanremo trasmesso a colori in tv; la Seicento e l’Alfasud quando la benzina costava 350 lire al litro; le manifestazioni studentesche e i campanilismi della politica extraparlamentare.
Nella nuova ubicazione Eugenio, detto il Ragazzo, non fa solo i conti con inconvenienti di routine quali uso (e abuso) degli spazi comuni, incombenze domestiche che naturalmente non si conciliano mai con svago e studio, fidanzate invadenti e cibo volatilizzato in dispensa. Perché il Ragazzo si trova coinvolto in divertenti e spesso squinternate avventure con due coinquinini. Il primo è uno studente di filosofia, mago delle autotruccate, con un segreto accuratamente occultato in un luogo impensabile. Il secondo è uno studente di medicina, corpulento e mutanghero, la mente e all’occorrenza il gentiluomo del gruppo. Tre pulzelle scandiscono la sua apertura all’amore o di chiusura, dipende dal punto di vista. L’esuberante Rossella lo fagocita con una disinvoltura pseudofemminista. Eleonora e Cristina – rispettivamente femme fatale e angelicata – si fingono vittime per sfruttarlo. Una vera Caporetto.
Recensione
Consiglio questo romanzo leggero, ma non superficiale che presenta uno spaccato ironico degli anni ’70, quelli della rivoluzione sessuale e della contestazione giovanile.
Particolarmente efficace e mai dissacrante la presa in giro della filosofia che si avvita sul significante e dell’ideologia come unico metro per affrontare il quotidiano. Insomma, gli anni di piombo ci sono ma Francesco Recami non ne fa sentire il peso.