“Lei così amata” – Melania G. Mazzucco


Voto: 3 stelle / 5

“Lei così amata” è un romanzo di Melania Mazzucco, pubblicato da Rizzoli nel 2000 e oggi reperibile nell’edizione Einaudi. Racconta la vita scandalosa e bruciante di una giovane donna che sogna di diventare scrittrice nel mondo in fiamme degli anni Trenta e Quaranta.

Della stessa autrice abbiamo recensito anche “L’architettrice“, “Sei come sei“e “La lunga attesa dell’angelo“.

Trama di Lei così amata

La storia di Annemarie Schwarzenbach ha tutto il fascino inquieto delle vite che si consumano in una fiammata intensa e rapidissima. Morta a soli trentaquattro anni dopo aver sperimentato la dipendenza, la brutale riabilitazione, aver visitato luoghi remoti ed estremi, scritto migliaia e migliaia di pagine e amato un buon numero di corpi.
Quel che è certo è che A.S. era una donna dotata di grande fascino. Non era banalmente bella e alla moda, ma possedeva quell’aura quasi magica che hanno poche persone e che le fa sembrare creature di un altro mondo.

“Tutto in lei era straordinario, raro e nobile….tutto ciò che veniva in contatto con lei riceveva la sua particolarità, diventava subito prezioso e desiderabile agli occhi degli altri”.

Il luogo dal quale parte la storia e nel quale finisce è la Svizzera, tra Zurigo e l’Engadina nel mezzo l’Asia, l’Africa l’America; il periodo è quello tra le due guerre. La Schwarzenbach mi ha fatto pensare a Bruce Chatwin. Li ho trovati affini non solo per il loro fare della scrittura e del viaggio il loro “modo di vivere”, ma soprattutto per l’irrequietezza e la bellezza di entrambi, li trovo addirittura molto simili in alcune fotografie. Perché direi che è indispensabile corredare la lettura con la ricerca delle immagini su Internet: di lei, della cerchia di amici e dei luoghi che frequentavano.

Quelle che preferisco sono fascinose fotografie in bianco e nero in cui lei appare sempre in abiti maschili, secondo la meravigliosa moda degli anni Trenta. Ha giacche a righe e completi da tennis, oppure è in abito lungo, bianco e aderente, nel giardino di una aristocratica residenza…sullo sfondo la Svizzera, il lago, le piste da sci.
“Lei così amata” si apre nel 1942 per fare già al secondo capitolo un rapido salto indietro ai primissimi anni Trenta e da qui seguire la vita della protagonista fino alla sua prematura morte. Come definirlo? Biografia? Romanzo? E’ entrambe le cose ma il termine biografia romanzata non mi piace molto.

Recensione

La Mazzucco si è documentata e sembra aver letto e visto tutto ciò che riguarda la sua protagonista ma, come tutti i personaggi che sono stati dimenticati per lungo tempo, la sua storia ha delle inevitabili lacune che credo l’autrice riempia al meglio, senza azzardare troppo.

Certo la descrizione intensa del personaggio e dei moti interiori e tutta “ottima farina” dell’autrice che trovo una delle voci più intense del panorama attuale.
La parte finale del libro, intitolata “Nelle profonde tenebre”, oltre a descrivere l’epilogo della breve vita di A.S. ne indaga i rapporti familiari molto complessi, soprattutto il rapporto con la madre Renee (che forse meriterebbe a sua volta una biografia).

Vengono elencate in questa ultima parte anche le fonti alle quali la Mazzucco ha attinto nella sua ricerca di Annemarie. Di sicuro effetto è la descrizione di quei pochi istanti di un video in cui finalmente riesce a scorgere la sua figura evanescente e misteriosa. Perché il libro è proprio questo: la disperata ricerca di Annemarie, lei così amata. Forse il senso profondo della storia e del procedere della sua protagonista nella vita è dato da questa frase che l’autrice mette in bocca, o meglio nei pensieri, del fratello Hasi:

“Camminava verso la sua meta, e non si curava del resto: era colpa sua se la meta si spostava continuamente e se le tracce del suo movimento finivano per essere oblique e non conducevano da nessuna parte?”.

Ne consiglio vivamente la lettura anche se non è un libro semplice. I collegamenti con il periodo storico sono importanti, le dinamiche nei rapporti affittivi possono risultare disturbanti e la scrittura è densa. Ci sono pochi dialoghi che alleggeriscano il testo, dialoghi peraltro inseriti nel continuum narrativo, perché tutto è vissuto attraverso la persona di Annemarie. Insomma, se lo prendete in biblioteca, come ho fatto io, non prenotate altri testi per il mese di tempo che vi viene concesso per leggerlo, è una lettura necessariamente lenta.
Sono grata a Melania Mazzucco di avermi fatto scoprire questa figura così affascinante di artista e di donna.

Paola Beltrami

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