“Mio marito” – Maud Ventura


Voto: 3,5 stelle / 5

Maud Ventura è una giovane francese che ha esordito nella letteratura con “Mio marito” (Sem settembre 2022) scritto nel 2021. In un grande gruppo radiofonico si occupa di podcast che esplorano il complesso mondo dell’amore. E ha pensato di scrivere un libro. Che non parla d’amore. Parla di un’ossessione. Perché non si tratta di un sentimento positivo, si tratta di controllo e insicurezza, di paranoie, di fissazioni, di relazioni tossiche.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di Mio marito

Un’innominata moglie è pazzamente innamorata da quindici anni del marito, il malcapitato (sì, furbo, ma per me è un malcapitato,) a sua volta non ha un nome, è sempre e solo “mio marito”. Le giornate della donna ruotano esclusivamente attorno al marito, al suo compiacimento, all’analisi meticolosa di ogni sua parola, di ogni suo gesto.

E lui? Lui è distratto, distante, osa addirittura, in un gioco di società, associare la moglie ad una clementina! Ci rendiamo conto?!? Come ha osato pensare alla sua donna come ad una banale clementina? Frutto dozzinale e insignificante. Qualcuna di noi si sarebbe fatta una risata; l’innominata mette il muso e pensa ad una vendetta. Ovviamente per lo più tutte queste elucubrazioni rimangono nella sua mente, non affronta i disagi con la loro fonte – è il marito la fonte o è la profonda insicurezza della donna?- monta serie televisive intere (non solo film) nella sua testa, senza uno straccio di prova, e al lettore non resta altro che andare avanti ed aspettare di vedere dove la porterà questo autolesionismo e come finirà. In realtà lei non parla nemmeno troppo del marito, parla di se stessa in funzione di lui e degli effetti che il di lui comportamenti hanno sulla sua settimana – il racconto è, infatti, suddiviso in giornate a cui la donna collega un colore e, spesso, il pianeta a cui il giorno è dedicato. Questo dice abbastanza, no? 

E lui? Lui appare come narratore dell’epilogo e si mostra a noi come non fa con la moglie. Un po’ fa sorridere, ma amaro: chiude il cerchio di una settimana grottesca e quasi surreale.

Recensione

Leggendo ho provato fastidio, molto fastidio, unito ad una sensazione di estrema tristezza, a tratti ho trovato la narrazione agghiacciante, ma piuttosto verosimile se si pensa che quello che viene raccontato è un sentimento malsano di una mente poco equilibrata. Non ho provato nessuna empatia, la narratrice mi è stata antipatica dalla prima riga, con  il suo conformismo, con il suo voler essere borghese, con l’imitare lo stile delle donne altolocate che frequenta o che vede in giro. È così lontana dal mio modo di pensare che non mi sono nemmeno sforzata di volerla capire. Se questo era l’intento della Ventura, niente da dire: ci è riuscita benissimo!

Di sicuro non mi sento di parlare di un romanzo folgorante, però è un lavoro che fa riflettere, che permette di interrogarsi sulla natura di certi sentimenti e di certe dinamiche.

Questa donna ama veramente o la sua è solo una dipendenza emotiva da innamoramento? Perché è così autolesionista da non vedere il buono del rapporto di coppia, perché, invece, cerca ossessivamente prove dell’infedeltà del marito, perché ha bisogno di vivere un amore sofferente e profondamente negativo? Se affronti le giornate analizzando morbosamente ogni parola del tuo compagno cercando di attribuirle chissà quale risvolto tragico ed elaborare castighi e vendette che lui chissà se vede…. – lo sapremo solo sul finale, se le vede o no.

Non crediate di trovare risposte, non le ha lei e non le troviamo nemmeno noi, tuttavia è interessante vedere come certe donne riescano a rovinare tutto  – soprattutto loro stesse – con gelosie, manie e fantasie assurde. 

Chiara Carnio

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