“L’orfanotrofio sul lago” – Daniel G. Miller


Voto: 3 stelle / 5

È già in vetta alle classifiche “L’orfanotrofio sul lago” (The orphanage by the lake), il nuovo thriller di Daniel G. Miller dedicato alle ragazze scomparse (Newton Compton Editori 2024, traduzione di Mariafelicia Maione, 288 p.). Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.

Trama di L’orfanotrofio sul lago

Quando sei un investigatore privato in gonnella nella Grande Mela e quasi al verde perché i clienti scarseggiano mentre il sogno di emulare Magnum P.I. sbiadisce, non puoi permetterti di declinare nessuna proposta. Pertanto la giovane detective Hazel Cho accetta un caso che sembra impossibile anche per la clausola capestro di risolverlo in dieci giorni.

L’offerta è troppo allettante, una di quelle cifre capaci di cambiare la vita. L’obiettivo è rintracciare un’adolescente di nome Mia scomparsa da sei mesi da un orfanotrofio. Dopo averlo derubricato come allontanamento volontario, la polizia sembra poco interessata e gli investigatori ingaggiati in precedenza si sono arresi.

È quanto Hazel apprende dalla committente, una socialite newyorkese piuttosto autoritaria perché una persona con le sue disponibilità economiche è abituata a ottenere sempre ciò che vuole. Una stranezza salta subito all’occhio: chi ha sporto denuncia conosce poco la presunta vittima e tanto interesse per una “figlioccia” esiliata in un orfanotrofio pare eccessivo. Come prima mossa Hazel decide di esplorare il campus della Casa Famiglia Saint Agnes per una chiacchierata con docenti, personale e compagne. La visita solleva più domande che risposte per il clima ostile e omertoso che si respira, benché tutti concordano sul fatto che Mia fosse una studentessa modello, una promessa del canto con un talento e una presenza scenica rari. Poi la svolta alla scoperta che è l’ultima di una cinquantina di ragazze misteriosamente scomparse dall’istituto, su cui le autorità avrebbero indagato con inspiegabile leggerezza. A chi può interessare la sorte di un’orfana o proveniente da una famiglia problematica?

Nel corso di un’indagine sempre più inquietante e pericolosa l’investigatrice Cho non demorde. Cercando Mia ripercorre la sua di adolescenza, quando il futuro sembrava radioso: anche lei è stata una studentessa modello. E lentamente affiora una storia di sogni infranti, solitudine, segreti, corruzione, devianza.

Recensione

La narrazione gravita intorno a due mondi antitetici a scandire un ritmo binario tra luce e ombra, bene e male, razionalità e irrazionalità, ordine e caos. In prima battuta la regia tende a rassicurare il lettore grazie all’atmosfera caotica e vitale della città che non dorme mai in pieno foliage autunnale. Passeggiate lungo l’Hudson River Park, un salto a Tribeca, un hot dog al volo, la confusione operosa di Chinatown nel cuore di Manhattan dove Hazel vive e si muove con disinvoltura. Poi lo catapulta nel tempo fermo della Casa Famiglia situata in una vasta tenuta a nord della città. Austero, imponente, lugubre l’edificio, i cui dormitori ricordano quelli di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” tanto sono asettici e spartani. Ed è qui che Hazel, non sapendo a cosa credere, comincia a perdere l’orientamento fino a scivolare in un dedalo ancora più insidioso e malvagio.

“L’orfanotrofio sul lago” di Daniel G. Miller è un thriller piacevole che mostra qualche crepa in prossimità della conclusione perché la scoperta degli ultimi tasselli è piuttosto rapida e si affretta verso un finale che di sorprese ne riserva poche.

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