“Marie la strabica” è un giallo psicologico di Georges Simenon lungo 181 pagine, pubblicato da Adelphi nel 2019, che tratta di dipendenze emotive. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Il treno”.
Trama di Marie la strabica
Con un ampio salto temporale questo romanzo ripercorre il rapporto tra due adolescenti di 17 anni fin da quando, intorno agli anni Venti, lavorano come cameriere in una modesta pensione, troncati o quasi i legami con le rispettive famiglie. Marie, chiamata da sempre “la strabica”, sembra accontentarsi di quel poco che la vita le offre. Lei stessa alla vita ha poco da offrire: emaciata, brutta, una donna invisibile agli uomini. Sylvie, di contro, imponente nella sua aggressiva femminilità, è determinata a sconfiggere lo spettro della povertà sfruttando il dono della sua bellezza.
Le donne si perdono di vista. Passano gli anni, i nazisti hanno invaso la capitale francese dove vive Sylvie come amante ufficiale di un anziano e ricchissimo uomo d’affari. Inaspettatamente la sfrontata Sylvie riallaccia i contatti con Marie: ha bisogno di un grosso favore che assicurerà loro una totale agiatezza per il resto della vita. E’ proprio a partire da questo punto che i ruoli si ribaltano perché Marie sfodera un’attitudine al comando sapientemente mimetizzato e troppo a lungo repressa.
Recensione
Penso che sia uno dei migliori scandagli psicologici di Simenon.
Sylvie e Marie non sono amiche perché il loro è un legame contorto e disfunzionale all’insegna di una disperata solitudine. Questo è chiaro fin dall’incipit. Una lettura consigliatissima tutta al femminile.