“Memorie di un’avventuriera” – Emanuela Monti


Voto: 4 stelle / 5

“Memorie di un’avventuriera” è un romanzo liberamente ispirato alla vita di Aphra Behn, scritto da Emanuela Monti e pubblicato da Il ramo e la foglia nel 2022.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di Memorie di un’avventuriera

Aphra Behn è la prima scrittrice professionista della Storia della letteratura inglese. Lavorò come drammaturga alla fine del Seicento e andò contro le convenzioni scegliendo, per mantenersi, un mestiere rischioso e troppo esposto per una donna dalla buona reputazione: la scrittura.

In “Memoria di un’avventuriera” Aphra Behn racconta la sua vita in retrospettiva, mentre è in prigione con la sua fida cameriera e scrive alle persone più care per farsi tirare fuori.

Racconta di essere rimasta vedova sotto la Grande Peste del 1665 e di aver cercato di mantenere il più a lungo possibile indipendente; di aver lavorato per i servizi segreti; di aver avuto molti amanti, qualcuno dei quali libertino doc; e di non averli amati tutti.

Recensione

Ho trovato coraggiosa, ma efficace, la scelta della prima persona narrante per “Memorie di un’avventuriera”. La scarsità di informazioni certe nei documenti del 1600 avrebbe potuto portare a un più vago “romanzo biografico”, in cui l’impronta dell’invenzione fosse evidente.

Facendo parlare Aphra Behn in persona, invece, Emanuela Monti soddisfa quel bisogno di verità che è alla base di ogni studio, di ogni ricerca. La sua, per prima, e quindi di conseguenza anche la nostra.

Nella prefazione al suo lavoro spiega che non ha voluto rinunciare a “rendere il personaggio di Aphra Behn così come l’ho amato e fatto mio con l’immaginazione”.

Il risultato è molto garbato e rispettoso. Si parla di una donna che ha avuto molti amanti e che si è esposta al giudizio del pubblico perseguendo un mestiere che le piaceva, la drammaturgia. Di lei Virginia Woolf dice che tutte le donne grate del loro “libero pensiero” dovrebbero portare dei fiori sulla sua tomba.

“Non esistono popoli cattivi, esistono solo individui cattivi”

“Sentendola” parlare non si può fare a meno di vedere un carattere appassionato e umile, a volte opportunista, ma sempre idealista e orgoglioso.

I personaggi, certo, sono numerosi, e la comprensione del loro avvicendarsi non è aiutata dagli andirivieni temporali adottati per rendere dinamica la storia, però alla fine ci si riesce a orientare.

Funziona bene, a sorpresa, il linguaggio, nonostante ricalchi la foggia seicentesca. Questa scelta restituisce un’atmosfera così vivida che certe volte mi veniva da interrogarmi sulla frase originale inglese, come mi capita spesso leggendo romanzi tradotti; solo dopo mi ricordavo che è stato scritto in italiano.

“Memorie di un’avventuriera” è un romanzo gradevole, che consiglio a tutti quelli che vogliono saperne di più delle basi della Letteratura e di femminismo.

Commenti