“Ossi di seppia” – Eugenio Montale


Voto: 5 stelle / 5

Ossi di seppia è la prima importante raccolta di poesie di un Eugenio Montale (Premio Nobel per la Letteratura 1975) ancora molto giovane, che trae ispirazione dal mare della sua Liguria, dalle Cinque Terre e da quello che ha preso il nome di Golfo dei Poeti, per riflettere sulle tematiche più profonde dell´esistenza.


Le poesie in Ossi di seppia e la poetica di Montale

È come se la parola mare facesse rima con male, quel male di vivere che spesso appare nella poetica montaliana e che dà il titolo anche ad una delle liriche della raccolta e ritorna in “Falsetto”, dove di fronte alla giovinezza di Esterina, il poeta con occhio disincantato,  paventa una grigio rosea nube, l’incertezza del futuro.

Alcuni critici hanno visto in “ Ossi di seppia” una contrapposizione a D`Annunzio e al suo “Alcyone” e in Arsenio una figura antitetica al superuomo, un uomo disilluso che guarda in maniera obiettiva la realtà.

Copertina di Ossi di seppia di Eugenio MontaleÈ nella lirica “I limoni” il riassunto della poetica montaliana: i limoni pianta semplice, poco celebrata, sono il simbolo dei poeti “non laureati” , di coloro che si esprimono con un linguaggio non ampolloso e che posano il loro sguardo sugli aspetti semplici della natura e della vita.

Nella sezione “Mediterraneo” emerge un ritratto del mare Ligure e dei luoghi cari a Montale, che servono al poeta a ricostruire la sua infanzia e i suoi ricordi. Ma forse la poesia più rappresentativa dell`intera raccolta, se è lecito individuarne una, è “Meriggiare”, un quadro in quartine tra rime baciate e alternate che descrive un pomeriggio in estate, usando allitterazioni, onomatopee che danno suono a tutto il componimento. L’uso del modo infinito all’inizio di ogni strofa è quasi il ribadire una situazione senza tempo che si chiude ribadendo ancora una volta il male di vivere con l`immagine della vita come  “muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia” .

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